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Dissequestrato il circolo Reraise di Bari: “Spero che sia l’epilogo di questa lunga storia”
“Questa mattina, 23 gennaio 2015, alle ore 11.20 i sottoscritti ufficiali decidono di togliere i sigilli al circolo ‘Reraise’ di Bari”
Con queste parole Lele Sgherza, membro del consiglio direttivo del circolo dilettantistico Reraise, ha annunciato il dissequestro da parte delle autorità competenti, dopo il blitz della Questura avvenuto l’8 gennaio scorso.
Quello riportato da Sgherza è l’ennesimo caso di un dietrofront da parte della magistratura in merito alla possibilità di disputare partite di Texas Hold’em in modalità torneo.
Negli ultimi tempi gli esempi si sono sprecati, da Palermo a Lecce, passando per Albenga, Vignola e tante altre città in cui i circoli di Texas Hold’em sono stati presi di mira e poi scagionati per la non sussistenza delle accuse.
Il problema di fondo è che in Italia non esiste ancora una chiara normativa che regoli il gioco del Texas Hold’em, ma solo a posteriori si fa riferimento alla sentenza emessa dalla corte di cassazione, che certifica come la pratica del gioco in modalità torneo non debba essere considerata come gioco d’azzardo.
Insomma siamo alle solite, i gestori dei circoli di Texas Hold’em continuano a venire perseguitati con accuse che non reggono, mentre i media generalisti riportano la notizia enfatizzando aspetti di illegalità senza cognizione di causa.
Pubblicando un video su Facebook, Lele Sgherza esterna il suo parere sulla vicenda leggendo i documenti che certificano il dissequestro avvenuto in data odierna.
“Sono in questo mondo da dieci anni che mi batto per dare lustro al settore del Texas Hold’em e sono convinto che queste battaglie saranno sempre vinte, perché mettetevelo bene in testa: il poker in modalità torneo non costituisce alcun reato. Lasciate invece che la gente possa avere la possibilità di passare una piacevole serata in un circolo a basso costo e divertirsi”
“Guardate piuttosto – ha proseguito Sgherza – quello che succede tutti i giorni da casa o nei tabacchini, dove le persone si giocano la pensione o perdono tutto restando in pantofole. Spero che il caso del ‘Reraise Bari’ sia l’epilogo di questa lunga storia e chiedo ai concessionari di rispettare il regolamento, facendo vivere serenamente i circoli senza fare del terrorismo psicologico”
Una presa di posizione ferma e condivisa ampiamente da chi opera nel settore e dagli stessi giocatori, che si trovano spesso costretti a sentirsi ingiustamente colpevoli di praticare il loro gioco preferito.