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“La giustizia tratta con leggerezza i casi sui circoli” Due storie recenti raccontate dall’avvocato Rosa
Non accennano a fermarsi le problematiche relative al poker live, con altri due casi incresciosi comunicati dall’Avvocato Massimiliano Rosa, che in questi anni ha seguito entrambe le vicende.
I fatti risalgono a due anni fa, quando nelle sale di due circoli di poker, le associazioni sportive dilettantistiche ‘Villa Club’ di Pordenone e ‘Bloody River’ di Cerro Maggiore (Milano), intervennero le forze dell’ordine durante lo svolgimento di tornei di poker in modalità freezeout, rispettivamente da 30 e 50 euro di buy-in (83 e 122 i partecipanti).
Le accuse furono piuttosto pesanti, ma entrambi i Circoli hanno poi avuto la meglio grazie a una sentenza di assoluzione del tribunale di Milano del novembre 2014 (caso Bloody River) e a una della Corte di Cassazione per il dissequestro e la restituzione dei beni sequestrati.
Allo stesso tempo è stata disposta la restituzione di tutti i beni relativi ai due episodi, ma il rimborso, stando alle parole di Rosa, tarda ad arrivare:
“La Sentenza che riguarda il ‘Villa Club’ è stata depositata il 05 settembre 2014, il che significa che la Procura di Pordenone ne ha avuto conoscenza in quella stessa data; è dovere della Procura dare immediata esecuzione alla pronuncia, restituendo tutti i beni sequestrati agli aventi diritto, tra cui ricordo esservi somme di denaro per circa € 20.000,00. Ho atteso invano che procedessero d’ufficio, come da loro obbligo, ma dopo due mesi senza notizie ho dovuto depositare una istanza di restituzione ex art. 263, co. 4°, cpp.”
“L’avvocato del poker” annuncia dunque imminenti provvedimenti:
“Dopo tre mesi dal deposito dell’istanza e dopo diversi messaggi sollecitatori lasciati al PM Annita Sorti, puntualmente disattesi, i beni non sono ancora stati resi agli aventi diritto, e dalla Procura di Pordenone non ho ricevuto nemmeno una comunicazione. Questo è il modo in cui funzionano le cose. Se entro la settimana prossima non riceverò un provvedimento di restituzione dei beni sequestrati dalla Procura di PN, sarò paradossalmente costretto a presentare un esposto per omissione d’atti d’ufficio in Procura Generale presso la Corte d’Appello di Trieste, unico modo che individuo per tutelare i lesi diritti dei miei assistiti“
Situazione analoga per il “Bloody River”. I tre responsabili del circolo sono stati in prima battuta condannati a 30.000€ di multa in sostituzione di 4 anni di reclusione perché “consentivano l’esercizio abusivo di gioco o di scommesse”, salvo poi venire assolti “perché il fatto non sussiste”. Da rilevare come in questo caso il capo di accusa non fosse gioco d’azzardo.
“Il caso in esame è l’ennesima esemplificazione del caos in cui versa il settore, ma è anche simbolo supremo della inefficienza della nostra Pubblica Amministrazione. Qui viene letteralmente commesso uno ‘strafalcione giuridico’, ed è tragico che ciò avvenga per ben due volte: da parte dei Carabinieri che accertano e segnalano; da parte del GIP che emette Decreto Penale, chiedendo € 30.000,00 ciascuno. Se è vero che lo stato caotico e deregolamentato del settore non li aiuta affatto nello svolgimento del loro compito, è altrettanto innegabile che le Autorità inquirenti agiscono troppo spesso in modo superficiale, contestando ipotesi di reato di cui non conoscono le peculiarità tecniche e le evoluzioni giurisprudenziali.”
In merito al caso riguardante il club milanese, Rosa conclude con un commento che sintetizza perfettamente la situazione odierna che attanaglia questi e tanti altri circoli dello stivale:
“Non dubito che carabinieri e magistrati cerchino di fare il loro lavoro in buona fede, ma partendo dal presupposto che possono ‘sbagliare’ senza doverne rispondere, accade sovente che si ecceda in leggerezza: credo che il problema risieda nei vertici dell’ordinamento giudiziario, che dovrebbe garantire migliori standard di preparazione, di aggiornamento professionale e, soprattutto, di direttive operative”.