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Savinelli e un TP autocritico: “A 9 left avrei dovuto foldare quel set preso al river!”
Il sollievo, per sua stessa ammissione, è che probabilmente nulla sarebbe cambiato dinanzi a quel devastante cooler (A-K < A-A) in guerra di bui.
In un torneo che ha rasentato la perfezione, nel quale ha racimolato chips quasi ed esclusivamente uncontested, Carlo Savinelli cova un unico rimpianto in merito ad una delle prime mani dell’unofficial final table.
Andiamo a ripercorrere il colpo in questione, guidati alle parole del protagonista:
Ed ecco il thinking process di Carlo.
PREFLOP
Apro standard a 80.000 (x2) con 1010, chiama solamente small blind.
FLOP
Dopo il suo check decido di c-bettare 105.000. Chiama. Qui è ancora complesso restringere il suo range: può aver preso un pezzo del board, avere una pocket pair o tanta altra roba. Meno probabile sia in floating fuori posizione.
TURN
Checko dietro per pot control, fiducioso di avere ancora tante volte la mano migliore.
RIVER
Jolly! Il mio avversario esce in puntata 230.000 e io rilancio per valore a 530.000 il mio tris di 10. Inaspettatamente arriva immediato il suo raise a 1.200.000. Qui il mio avversario è polarizzato su set, bluff o scala. Con doppia si limiterebbe sicuramente al call. In game lo metto al 15% su bluff, 45% su set e 40% su scala. Decido di chiamare e sono costretto a muckare dinanzi al suo A4. A freddo, probabilmente, avrei passato. Pur essendo uno dei pochi in grado di combinarla, ripensandoci non credo avesse “la pompa” per farlo alla prima orbita dell’unofficial final table. In uno spot del genere puoi chiamare solamente contro gente come Spindler o Blom (per capirci), altrimenti il fold è quasi sempre la scelta corretta. Per vincere un EPT servono anche fold del genere. Mi consola il fatto che sarei comunque uscito nel cooler successivo…