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Nuovi payout in arrivo su Poker Club. Giulio Astarita: “Cerchiamo le formule migliori per i nuovi tornei!”
Dopo averlo sentito pochi giorni fa, carico come non mai per le nuove strutture WSOP, abbiamo nuovamente interpellato questo pomeriggio il poker manager di Poker Club Giulio Astarita che nel pomeriggio ha pubblicato sulla propria fan page Facebook delle ipotesi di pay-out da inserire nel nuovo schedule della room.
“Sotto una certa soglia l’attrattività di un torneo è inesistente. A mio parere, però, questa soglia è principalmente psicologica, molto più di quanto si creda. Visto e considerato che stiamo rifacendo un nuovo schedule con delle modifiche sostanziali rispetto alle situazioni precedenti, sto cercando di comprendere dove sia più sensato concentrare gli sforzi“.
Le alternative principali proposte dal partenopeo sono tre:
1) Pagare meno giocatori del 10%, garantendo un premio minimo di 2x il buy-in ed un primo premio che in tornei GTD sensati non può mai scendere sotto 30x il buy-in.
2) Pagare circa il 10% degli iscritti, garantendo un premio minimo di 2x il buy-in ed un primo premio che in tornei GTD sensati non può mai scendere sotto 30x il buy-in, ma con gradini abbastanza accentuati.
3) Pagare circa l’11%-12% dei partecipanti, garantendo un premio minimo di 2x il buy-in ed un primo premio che in tornei GTD sensati non può mai scendere sotto 25x il buy-in.
“Innanzitutto penso che tutti i tornei debbano avere un garantito minimo di almeno 100x e un primo premio che non possa mai essere minore del 30% In un torneo da 1€ se il primo premio non è di almeno 30€ non ha senso. Credo vadano fatte strutture pay-out piuttosto particolari. Sto cercando di fare una sorta di sondaggio cercando di capire quale possa essere la soluzione migliore per tutti”.
Proposte decisamente interessanti, che necessiteranno di un impegno economico come sempre incisivo:
“Tutti gli operatori, non solo italiani, hanno avuto un calo generale dei garantiti. Come avevo già detto qualche tempo fa le aziende preferiscono investire in altri giochi piuttosto che nel poker perché a parità di euro investiti il ritorno è sicuramente più remunerativo. Ad ogni modo sono ancora convinto che l’attuale crisi del poker sia derivante dal fatto che siano stati messi soldi un po’ a caso nei primi tempi, e non da un calo di passione: il poker piace ancora da morire e noi non vogliamo smettere di crederci!”
Foto: Futura Tittaferrante