Alec Torelli: “Un professionista deve possedere l’abilità di separare l’aspettativa dal risultato concreto”

Ci sono molti aspetti che rendono un professionista di poker ‘diverso’ rispetto a un dilettante.

Il primo, che del resto ha scelto di fare del gioco un lavoro, tra le altre qualità, con il tempo e l’esperienza acquisisce anche l’abilità di distaccarsi dai risultati.

Analizza le decisioni che ha preso in modo analitico, razionale e in un certo qual modo pone in secondo piano le conseguenze della propria azione. L’importante per lui è che l’azione stessa sia corretta, dunque profittevole nel ‘long term’.

Alec Torelli nel proprio blog si è soffermato su questo aspetto, sottolineando come questa ‘skill’, dunque, sia determinante per la bontà dei risultati che nel lungo periodo un professionista è in grado di ottenere.

“I professionisti – spiega il californiano – riescono a fare analisi approfondite, riuscendo a pensare indipendentemente dai risultati”.

Si aiuta poi nella spiegazione con un calzante esempio.

“Solo perché sono stato colto in bluff, non significa che bluffare sia stato un errore. Se il nostro avversario è solito foldare l’80% delle volte, farlo contro di lui rappresenta chiaramente un’ottima opportunità. La decisione, quindi, rimane corretta”.

“L’abilità di separare l’aspettativa dal risultato concreto – continua Alec – è l’essenza di ciò che significa essere un giocatore di poker professionista”.

Secondo Torelli, quindi, il più grande errore di valutazione che sovente viene fatto nel poker è assumere che il vincitore di un torneo sia il giocatore più abile del field.

“Coloro che sono influenzati dal risultato, crederanno che il vincitore sia il più forte di tutti. Chiunque abbia, però, una rudimentale conoscenza del fattore ‘fortuna’, saprà che non è sempre così…”.