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Buona notizia per il poker online: ridotte le tasse dei tornei
Vicina al traguardo l’ormai famosa delega fiscale sul comparto giochi, il cui decreto attuativo è stato più volte rimandato.
E’ stata infatti presentata alla “Bicameralina” dal sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta la bozza quasi definitiva del decreto sul gioco d’azzardo.
La più importante novità che riguarda il mondo del poker online è il cambio di tassazione sui tornei.
Si passa, finalmente potremmo dire, dal tassare la raccolta totale a un’aliquota sul margine, cioè a quello che resta dopo che sono state pagate le vincite come avviene già per il cash game.
Questa discrasia è dovuta al differente momento di introduzione delle due varianti.
Infatti per quel che concerne gli skill game e il poker a torneo (e ovviamente anche i sit and go e gli spin and go, dirette emanazioni dei tornei) che sono stati i primi giochi online offerti in Italia la base impositiva da considerare è la raccolta, o meglio ciò che resta di essa detratte le vincite, i contributi e gli aggi del concessionario.
L’aliquota applicata risulta quindi essere il 3% della raccolta, equivalente circa al 27 % del guadagno della poker room.
Quando invece è stato introdotto il cash game (e i giochi da casinò) è stata fissata un’aliquota fissa del 20% sul margine realizzato.
Ovviamente questa aliquota così bassa è puramente fittizia perchè nel margine viene considerata anche la rakeback data al giocatore che a seconda dei casi fa aumentare la tassazione fino a punte del 40 %.
Per le poker room è comunque un vantaggio avere una tassazione sul margine perchè consente di programmare meglio la gestione delle risorse e dei vip system.
L’aliquota del 20%, sebbene non sia la più bassa d’Europa è comunque piuttosto equilibrata, soprattutto in confronto alla tassazione vigente in Italia in altri settori.
Se poi la raffrontiamo a mercati vicini e chiusi come il nostro possiamo essere contenti: in Francia le tasse superano il 35 % per ciò che concerne il cash game, mentre in Spagna arrivano fino al 25% seppure non ci sia il pagamento annuale del canone di concessione.
Il quadro nel resto dell’Europa è leggermente migliore, con aliquote attorno al 20% nei paesi nordici e solo del 15 % nel Regno Unito.
La delega fiscale che sarà approvata a breve prevede quindi un’armonizzazione del quadro impositivo come ha spiegato Italo Volpe, direttore Affari Legali dei Monopoli di Stato, che accompagnava il sottosegretario Baretta: “si passerà a un prelievo sul margine e non più sulla raccolta per tutte le forme di gioco” ha dichiarato ai parlamentari, facendo capire che i tornei cambieranno tassazione.
Non ha però specificato l’aliquota lasciando per il momento ancora un alone di mistero.
Se si rivelasse come probabile il 20% come nel cash game i vantaggi per le poker room sarebbero enormi e così potrebbero a cascata ottenere guadagni anche tutti i giocatori grazie a un’auspicata riduzione della rake nei tornei e soprattutto nei sit and go.