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Guerra aperta tra WSOP e WPT: Ty Stewart risponde a Mike Sexton
Il dito puntato da Mike Sexton contro le World Series Of Poker non poteva passare inosservato.
Già il nostro Filippo Candio aveva storto il naso per le opinioni dell’esperto giornalista e giocatore, che aveva espresso perplessità sulla struttura del Main Event, e in particolare sul tavolo finale coi November Nine.
Non poteva mancare una replica dall’organizzazione delle World Series of Poker, che è puntualmente arrivata dalla voce di Ty Stewart.
Il direttore esecutivo delle WSOP ha risposto in maniera decisamente secca alle accuse di Sexton, soprattutto sui punti relativi agli aspetti economici e logistici.
Stewart ha in primis fatto sapere che ai November Nines “viene garantito il nono premio e un volo in business class per tornare a Las Vegas in occasione della disputa del Final Table“, rispondendo alle accuse di Sexton che aveva detto che “i soldi dei giocatori vengono trattenuti a Vegas per quattro mesi“.
Tra le obiezioni mosse da Sexton c’era anche quella relativa al poco senso nello spostare a novembre il Final Table. Stewart replica dicendo che “in questo modo i giocatori hanno tempo per allenarsi e studiare gli avversari, e gli spettatori possono seguire le fasi preliminari del torneo per essere informati sui nove protagonisti del tavolo finale“.
Stewart precisa anche che la corsa al Player of The Year non viene condizionata, visto che “i giocatori ancora in corsa, o comunque quelli interessati a questa corsa, lo sono perché hanno disponibilità economiche e un programma tale da potersi permettere trasferimenti in America o in Asia“.
Probabilmente la querelle è ancora di là da concludersi e va ben oltre il tavolo finale di novembre del Main WSOP: visto anche il trasferimento del WSOP circuit aldifuori dei confini statunitensi, non è assurdo vederla come la prima battaglia di una vera e propria guerra tra i due più importanti Circuiti del Mondo.