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Negreanu contro i giocatori che tankano troppo: “Possono condizionare l’esito di un torneo!”
Ragionare, ragionare, ragionare. Anche troppo.
Durante una mano di poker il processo mentale per elaborare le informazioni che ci indirizzano verso una determinata scelta variano sensibilmente da persona a persona.
Molti player azzurri sono spesso stati accusati di essere dei veri e propri tankers, ovvero troppo lenti nel prendere le proprie decisioni.
Su questo argomento si è espresso recentemente anche Daniel Negranu che in un articolo scritto da egli stesso su Full Contact Poker ha puntato il dito contro questa categoria di giocatori.
“Kid Poker” ritiene infatti totalmente irrispettoso meditare eccessivamente durante una mano. Per il canadese i motivi sono molteplici: innanzitutto nei confronti degli altri player al tavolo, ma anche e soprattutto per l’andamento e il prosieguo del torneo che si sta giocando.
“In diverse occasioni – afferma – la struttura di un torneo è collassata a causa delle lunghe pensate di alcuni giocatori. E’ ovvio che ci sono momenti critici in cui ci sta ragionare più del normale, ma se un player inizia a tankare quando è under the gun. Poi è chiaro che dipende tutto dal giocatore che ho di fronte: se so che è uno abituato a tankare dopo qualche minuto chiamo il clock, se è un player che si trova occasionalmente in uno spot complesso non mi permetto di metterlo in difficoltà”.
La discussione si è dunque accesa su Twitter dopo un post di Jordan Cristos che ha preso le difese dei player più “riflessivi”. Anche il tournament director Matt Savage è dalla sua: “Il poker è un gioco di pazienza e sono dalla parte di chi vuole prendersi tutto il tempo a disposizione per fare la scelta migliore”.
Cinico, ma incisivo, il commento del november niner 2014, Russell Thomas.
@GrimeRat420 @RealKidPoker I call the clock as a function of how easy I view the decision with his range and how big the stakes are
— Russell Thomas (@RunGoodRussell) 13 Marzo 2015
Ad ogni modo pare che ci siano ancora pareri piuttosto contrastanti su questo argomento. Il possibile avvento dello ‘shot clock‘ ha infatti spaventato alcuni e galvanizzato altri.
A dispetto delle dicerie, i player italiani paiono invece tutt’altro che contrari all’apertura ad un gioco più fast: dodici mesi or sono, Jackson Genovesi, Gabriele Lepore e Ivan Gabrieli si espressero favorevolmente sulla questione.
Un’interessante banco di prova per testare l’efficienza dello shot clock sarà certamente l’imminente Global Poker Master di Malta: in questa prima edizione della Coppa del Mondo alcuni tavoli verranno giocati con un limitato tempo a disposizione per ogni fase del gioco.