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Filippo Candio: consigli per iniziare con il poker live
Si dice sempre che il poker “live, è un altro gioco”, intendendo che le dinamiche che governano il poker online e quello live sono parecchio divergenti.
Al di la della frase fatta, le cose sembrano proprio stare in questo modo. Perché live si giocano meno mani, perché ci sono i tell, perché gli avversari parlano e, non da ultimo, perché i buy-in sono in genere più alti.
Quali sono dunque le regole di cui far tesoro se siamo alle prime armi con il poker live? Lo abbiamo chiesto a Filippo Candio!
IPC: Filippo, per prima cosa: come ci si organizza la trasferta?
FC: Il primo consiglio è quello di frequentare i tornei che offrano tanti side event dal buy-in contenuto. Qui all’IPO ci sono side da 100€, quelli sono il target ideale per chi inizia con il live. Quando ho iniziato sbagliavo da questo punto di vista, perché mi presentavo alle tappe con solamente un buy-in, per il torneo che avevo scelto di giocare — e quasi mai era il main event. Finito quel torneo, non muovevo foglia. Un torneo e a casa. È un errore. Perché il primo giorno puoi arrivare affaticato dal viaggio, ma in quelle condizioni è davvero difficile riuscirci. Il programma deve essere semplice: giocarsi tutti i tornei che una trasferta mette a disposizione. Chiaramente tutti quelli che rientrano nelle possibilità del bankroll. In questo modo andiamo a definire il budget della trasferta ed è importante avere timore dei buy-in troppo alti, assolutamente da evitare.
IPC: Mentre a livello di strategia, come ti comporteresti?
FC: Conviene fare esattamente quello si fa sempre. Giocavo i sit&go da 180 persone, li massavo. Non avevo altre esperienze, giocavo solamente online. Quando venivo al casinò facevo macelli; poi ho iniziato a cercare situazioni analoghe. Ad esempio prediligevo tornei con circa 180 iscritti, cercavo di visualizzare mentalmente il tavolo live come fosse un tavolo online. Una sorta di training autogeno cercando di rilassarmi. E serviva. Tanto che poi mi annoiavo perché di fatto stavo monotablando! In generale comunque consiglio di partire da qualcosa che si conosce e, per quanto possa essere un approccio impreciso, preferirlo a un’incognita totale.
IPC: Ecco. Come hai superato la noia del mono tabling?
FC: Con l’iPod. Non c’erano ancora gli iPad, pensa un po’! Ma in realtà ho superato la noia grazie al trash talking e alla maniacalità che ho messo nel cercare di perfezionare il mio stile di gioco. I primi tempi però giocavo infinite mani ed era proprio un errore dovuto alla noia. Ora mi sono calmato parecchio.
IPC: Ci sono ancora libri che consiglieresti? Quando ho iniziato c’era Dan Harrington, ora?
FC: In realtà stavo pensando ad Harrington anche io! Ma forse il classico dei classici è Sklansky, da li non esci, perché sono concetti che resteranno sempre e nei suoi volumi sono spiegati in modo perfetto. Poi sinceramente consiglierei Small Ball di Daniel Negreanu. Ultimamente Daniel è stato un po’ dimenticato, ma è uno dei più grandi giocatori viventi e colui che forse più di tutti ha contribuito a definire il poker moderno dandone una specificazione scritta. Io lo lessi nel 2006 e in Italia sono stato tra i primi a 3bettare o 4bettare light solamente per definire il range dell’avversario. Mi ha aiutato molto.