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APPT Nanjing Millions: un caso nazionale.
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Qualche giorno fa avevamo parlato del blitz della polizia cinese a Nanchino, che ha interrotto bruscamente la tappa dell’APPT Nanjing Millions con l’accusa di gioco d’azzardo illegale.
Inizialmente si pensava che la questione potesse rientrare in pochi giorni, tanto che Eric Hollreiser, capo del settore comunicazioni del gruppo Amaya si era sbilanciato su un possibile ripristino del torneo.
Le cose invece sono andate nella direzione opposta, seguite dal silenzio dei dirigenti Amaya, tanto da diventare un caso nazionale meritevole di finire su CCTV, la tv di stato cinese, alla quale hanno fatto eco diverse emittenti nazionali.
La notizia arriva dagli inviati di WorldGamingMagazine, che hanno dedicato un intero paginone sul proprio sito per far luce sul caso.
I 2.359 giocatori hanno generato un prizepool di 1,129,000 US$, ovvero circa 7.000.000 RMB, garantendo agli organizzatori un profitto di 145,000 US$ (900.000 RMB).
Secondo le leggi vigenti è da considerarsi gioco d’azzardo qualsiasi evento che genera un profitto superiore ai 5.000 RMB.
Nel caso del torneo in questione le cifre in ballo superavano spropositatamente questa soglia, senza considerare la possibilità effettuare re-buy illimitati.
Ma non è tutto, perché a seguito delle indagini della polizia Pokerstars ha preso le distanze dall’organizzazione ufficiale dell’evento, facendo sparire qualsiasi traccia della tappa in calendario dal proprio sito ufficiale.
Ecco le dichiarazioni rilasciate da PokerStars a WolrdGaming Magazine:
“Dopo tre giorni nei quali il torneo a riscosso un gran successo, gli organizzatori del Nanjing Millions hanno deciso di posporre l’evento al fine di chiarire la questione sollevata dalle autorità locali. Il torneo è stato sanzionato dal governo locale attraverso la ‘Jiangsu Provincial Chess Sport Association’ e si è svolto presso lo ‘Jiangsu Wutaishan Sports Centre’, una sede olimpica ufficiale. L’evento stesso è stato organizzato e portato avanti da un operatore di poker locale, Star Poker Club e sponsorizzato dall’APPT China. Siamo in contatto con Star Poker Club e stiamo ricercando ulteriori dettagli. Gli organizzatori hanno rilasciato una dichiarazione chiedendo scusa per l’inconveniente e pianificando un eventuale ripristino del torneo nell’immediato futuro”
Tuttavia alcune immagini catturate dagli inviati mostrano in maniera eloquente la presenza del logo sui tavoli da gioco, come questa qua sotto.
Situazione quindi abbastanza confusa, anche se al momento da PokerStars si rifiuta di rilasciare dichiarazioni ufficiali per far luce sull’accaduto.
Abbiamo chiesto qualche delucidazione all’amministratore delegato di WorldGamingMagazine, Andrew W Scott, che ci ha gentilmente risposto quanto segue:
“La possibilità che le autorità cinesi potessero intervenire era nell’aria già da tempo, motivo per cui abbiamo evitato di mandare i nostri inviati sul posto pur mantenendo alcune fonti attendibili. Non sono un esperto della questione ma so per certo che il gioco d’azzardo in Cina è illegale, salvo alcune eccezioni: sicuramente l’evento organizzato a Nanchino non ne faceva parte. Il fatto che a Pechino non si sia verificata la stessa situazione è soltanto un caso fortuito. Eravamo stati informati da anni che sarebbe stata solamente una questione di tempo prima la polizia facesse irruzione nel corso di un evento di tale portata. Insomma, per quanto si voglia etichettare il poker come una ‘competizione sportiva’ nella quale l’abilità costituisce l’aspetto predominante contro le aspre leggi cinesi è difficile spuntarla“