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“Trasferta perfetta, avevo anche quote di Dario!” Il ‘pupillo’ di Sammartino Jacopo Brandi dopo la picca EPT
L’Italia del poker è tanto bella anche perché è fatta di personaggi come Jacopo Brandi.
Non è certo un tipo che ama troppa pubblicità, anzi, ma dopo il successo ottenuto a Montecarlo non ha potuto sottrarsi alla nostra intervista, che è stata una piacevolissima chiacchierata di poker tra coetanei.
Il toscano, dopo l’incredibile trasferta, è tornato nella ‘sua’ Barcellona, città che ha scelto da qualche tempo come base.
“A Montecarlo è andata benissimo, al di sopra delle aspettative – esordisce Jacopo – inseguivo da tempo la picca e finalmente ce l’ho fatta a conquistarla. Tra l’altro ho vinto un tavolo finale pieno di superduri, non è stato affatto facile. Durante gli EPT, comunque, gioco molti side event turbo, perché mi sono reso conto di soffrire a livello di tenuta psico-fisica i tornei eccessivamente lunghi, come ad esempio il Main Event. Questi side sono mtt che riscuotono un gran successo, perché non tutti, specialmente gli amatori, hanno la possibilità di prender parte a eventi che impegnano per molti giorni…”.
Jacopo ha vissuto con pathos anche le deeprun di Dario Sammartino, suo amico fraterno. E’ il napoletano, infatti, che lo ha aiutato a farsi strada nel poker, online e live.
“Ho sempre quote su Dario, solitamente il 5%. Stavolta, quindi, è andata davvero bene. Un po’ di rammarico c’è, certo, perché poteva arrivare al trofeo, ma avrebbe chiaramente firmato prima dell’inizio dell’EPT se gli avessero detto che avrebbe incassato un milione di euro. Non c’è stato nessuno strascico con Ole dopo la mano che tanto ha fatto discutere al Super High Roller, confermo anch’io che non si è trattato di uno slowroll, Sammartino temeva sul serio di chiamare per vedersi poi perdente. E quella bolla pesava oltre 200.000€. Essendo buoni amici si sono subito chiariti ed è finita là”.
Brandi, dopo anni passati a cliccare online, è un po’ nostalgico dei tempi passati, così sta meditando un trasferimento in Portogallo per giocare sul ‘dot com’ che, però, è ancora in cantiere. A Barcellona, infatti, sta tutt’altro che male.
“Sono prevalentemente un giocatore di cash game e, data la politica dell’EPT, prenderò parte a tutte le prossime tappe per sedermi ai tavoli più interessanti. Ci sono partite praticamente dalla mattina alla notte e gli stakes sono in linea con le aspettative di noi professionisti. Credo, inoltre, siano profittevoli per vari motivi anche i side event turbo, tornei divertentissimi che si risolvono in sette/otto ore. Non sono più portato, come già detto, per le maratone estremamente deep. Non vedo l’ora che arrivi agosto, dunque, per la tappa di Barcellona della stagione 12. In questa città si vive benissimo, il clima è ottimo, il casinò uno dei migliori in Europa e logisticamente è strategica per le varie trasferte”.