Poker Room
Comparazione Bonus
-
RoomBonus
Ultime notizie
Video consigliati
Il ‘collezionista’ George Danzer: “Quando runno bene allo SCOOP arrivo a Las Vegas ottimista!”
Quello che ha fatto lo scorso anno, lo sa bene anche lui, è quasi impossibile da ripetere.
George Danzer, membro del team PokerStars, ha infatti vinto due braccialetti alle WSOP di Las Vegas e uno alle WSOP Apac di Melbourne, serie di risultati che, meritatamente, gli hanno permesso di conquistare, comunque non senza fatica, il titolo di ‘WSOP Player of the Year’.
E pensare che prima di aprile del 2014, quando si impose in un side event del Grand Final EPT, non era mai riuscito a vincere un torneo dal vivo. Poi la svolta.
“Ricordo tutto molto bene – spiega George – ho vinto un torneo bounty da 1.100€ di buy-in e prima di allora ero arrivato primo solo in eventi di beneficenza o mtt da 50€ di buy-in. Lo SCOOP, comunque, mi ha aiutato molto, perché ci sono diversi tornei simili sia come struttura sia come field a quelli delle WSOP di Vegas. Se runno bene online, quindi, arrivo con ottimismo alle World Series. Allo SCOOP, lo scorso anno, infatti vinsi un evento, feci runner-up in un altro e chiusi secondo nella leaderboard…”.
Dall’online al live il passo, almeno per il tedesco, è stato breve.
“Giocai il 2-7 championship da 10.000$ e raggiunsi il final table, chiudendo quinto. Un’ottima partenza, perché avevo coperti i successivi due buy-in. Il secondo torneo fu quello di Razz. Andai deep ed ero convinto di poterlo vincere, perché questa specialità richiede di non tiltare e molti, invece, lo fanno. Giocai rilassato e vinsi così il mio primo braccialetto. Quando ottenni il secondo impazzii. Ero talmente eccitato che mi dovetti prendere un giorno di pausa totale prima del Players Championship da 50.000$, l’evento più importante delle WSOP”.
I colleghi di Pokerlisting, poi, gli hanno chiesto del Global Poker Masters, manifestazione che ha reso particolarmente ‘patriottici’ i 40 qualificati delle otto nazioni partecipanti.
“E’ un evento che ha del potenziale, a Malta fare bene era una questione di onore. Ci conoscevamo tutti e ognuno ci teneva a mantenere alta la propria reputazione, cercando di battere i giocatori delle nazioni avversarie. In futuro non avrò problemi a sacrificare qualche torneo per partecipare al Global Poker Masters, ma qualificarsi nel team Germany è davvero difficile. Credo sarebbe necessario apportare qualche piccola modifica alla struttura: è stato piacevole, comunque, vedere gli organizzatori ascoltare con attenzione ogni tipo di nostra proposta…”.