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il 4 Giu 2015

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“Barare con l’inchiostro non è difficile”: Preverino sul presunto cheating alle WSOP, ma il primo test…

“Barare con l’inchiostro non è difficile”: Preverino sul presunto cheating alle WSOP, ma il primo test…

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La notizia sta infiammando i social e il mondo del poker è in subbuglio.

Un baro alle WSOP, il più importante evento annuale di poker. Un presunto impostore che per ora sembra averla fatta franca visto che si è classificato quinto in uno dei tornei principali della manifestazione, il No Limit Hold’em Heads Up Championship da 10.000 $.

Premio di 54.545 $ per Valeriu Coca, giocatore moldavo già sospettato di aver barato in altri casinò, come per esempio in Repubblica Ceca e a Cipro. Palansky

Le accuse di giocatori del calibro di Connor Drinnan e Pratyush Buddiga sono state prese sul serio, tant’è che i due avversari di Coca di oggi hanno attuato varie tattiche per cercare di prevenire presunti atti illegali da parte del giocatore moldavo.

E se Byron Kaverman è stato sfortunato a perdere un 80/20 che ha portato il moldavo ai quarti di finale, Keith Lehr, da esperto giocatore non nuovo a vicende di “cheating” è riuscito ad avere la meglio sul presunto baro ed ha poi proseguito la sua strada fino alla finale di domani contro Volpe.

Anche il management delle WSOP ha preso molto seriamente le accuse dei giocatori e ha iniziato delle indagini che sono tuttora in corso, sebbene i primi test sulle carte non mostrino nè segni nè l’utilizzo su di esse di qualsivoglia soluzione esterna, come ci ha comunicato via mail Seth Palansky, vice presidente e responsabile stampa della Caesars Entertainment, l’organizzatrice delle World Series.

Ma è veramente possibile che le accuse degli avversari del moldavo siano fondate e non siano solo un modo per spiegare la loro strana sconfitta contro un giocatore semi amatoriale alla sua prima importante esperienza alle WSOP?

Fino a oggi Coca si era infatti segnalato solo per qualche sporadico risultato, come il secondo posto a un side event del recente grand final EPT di Montecarlo. Risultati a dir la verità concentrati negli ultimi mesi, quando improvvisamente il moldavo sembra aver scoperto delle insperate abilità pokeristiche.

Per cercare di capire qualcosa di più sulla vicenda abbiamo chiesto un parere al maggiore esperto italiano di tecniche dei bari, Gianfranco Preverino.

IPC: E’ possibile che il giocatore moldavo abbia barato in un evento così importante?

Preverino: E’ plausibile che un giocatore possa prendere dei vantaggi illegali durante il gioco. Spesso i professionisti sono i primi che non credono ciò sia possibile. Esistono centinaia di metodi per barare con le carte, quello del mazzo segnato è uno dei più antichi. Sin dal 1300 infatti vi è traccia di giocatori che mettevano un segno sulle carte come forma di riconoscimento. Un altro metodo spesso utilizzato è quello dello scambio di una carta.

IPC: Che metodi potrebbe aver utilizzato il baro per segnare le carte del mazzo?

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Preverino: I metodi più antichi per segnare le carte vanno dal colpo d’unghia alla leggera piegatura di una carta. Al giorno d’oggi però con le carte plastificate tutto ciò è veramente difficile e gli avversari potrebbero accorgersi di qualcosa di sospetto. Credo dunque che il metodo migliore attualmente sia quello di colorare le carte, pratica in voga sin dal 1700 grazie all’uso di particolari forme di inchiostro.

IPC: Quali sono questi tipi di inchiostro?

Ci sono inchiostri che si possono vedere a occhio nudo come per esempio il fondotinta che usano le donne per truccarsi. Ma oggi giorno quello che va per la maggiore è l’inchiostro a infrarossi visibile solo con speciali occhiali o addirittura con particolari lenti a contatto.

IPC: Puoi spiegare come funzionano questi particolari inchiostri?

In realtà è molto semplice il loro utilizzo, tant’è che sono in vendita anche online a dei prezzi abbastanza contenuti. Il giocatore tiene in un dispenser l’inchiostro e segna in un particolare punto la carta in modo da renderla riconoscibile solamente a se stesso. Con delle comode lenti a contatto che ormai sono trasparenti e quindi irriconoscibili potrà vedere il segno e giocare di conseguenza sapendo le carte del suo avversario. Si tratta di un evoluzione del Daub, l’antico metodo per segnare le carte con l’inchiostro. La cosa più difficile è non farsi scoprire mentre si mettono le dita nel dispenser per prendere l’inchiostro. Il contenitore può essere in tasca, nel cellulare o su una parte del corpo, praticamente ovunque.

IPC: Come si può cogliere in fallo il presunto baro?

Purtroppo questo metodo di inganno è difficilmente scopribile all’occhio umano perché non lascia prove tangibili. L’unica prova è quella fisica ma bisognerebbe recuperare il mazzo incriminato sempre che non sia stato già riplastificato. Credo sarà questo quello che proveranno a fare gli organizzatori della manifestazione.

IPC: Cosa potrebbero fare invece i Casinò per cercare di prevenire l’ingresso di bari al tavolo da gioco?

In passato Daniel Negreanu aveva iniziato una battaglia contro gli occhiali da sole al tavolo, ma come ho spiegato i bari sono sempre un passo avanti. L’unico modo possibile sarebbe che il dealer o un responsabile dell’organizzazione indossi anche lui le lenti a contatto che fanno da filtro e possa così vedere se le carte vengono segnate. A quel punto basta controllare le dita di tutti i presenti al tavolo e scoprire chi si è sporcato le mani con l’inchiostro “segnacarte”.

 

 

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