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Antonio Bernaudo: “Per Las Vegas ci sarà tempo, oggi ho altre priorità”
Pur essendo uno dei più affermati player del punto it, anche questa estate Antonio Bernaudo ha deciso di non partire alla volta di Las Vegas.
Le World Series, si sa, sono la quintessenza del poker. L’eldorado dei torneisti. Obiettivamente non c’è niente di meglio al mondo. Ma il campano ha preferito restarsene in Italia per una serie di motivi.
Nel pomeriggio abbiamo dunque interpellato “bernaudovic” per chiedergli quale siano le ragioni principali che lo hanno trattenuto nel Bel Paese:
“Vero, Las Vegas è il sogno di tutti, ma quando si parla di World Series credo vada fatto un discorso più pragmatico e disincantato. I live sono decisamente varianziosi e i tornei che ci sono al Rio non fanno differenza… anzi! In dei field numericamente mostruosi come quelli delle WSOP credo sia davvero difficile riuscire a fare dei risultati. Anche se il livello medio non è altissimo la varianza incide enormemente sulle performance”.
Bernaudo ci tiene a sottolineare come non si tratti di una questione legata al bankroll:
“Io sono un tipo molto competitivo. Se devo andare lì, devo sentire di essere pronto in tutto e per tutto. La mia sfida, in questo momento, non è andare a Vegas, ma cercare di migliorare il mio gioco online e affermarmi anche sul dot com. In questi mesi sono rimasto parecchio in Slovenia a studiare. Per il momento la mia priorità principale è quella, voglio iniziare a concepire il gioco come lo concepiscono i ‘bulli’ del dot com. Per le WSOP ci sarà tempo…”
Se da un lato nei tornei a buy-in più basso si può avere edge su gran parte del field, Bernaudo crede fermamente che nei tornei più tosti sia ancora parecchio dura per i colleghi azzurri:
“A parte Musta, Dario e il mio fratellino Luigino [Curcio, ndr], credo siano pochissimi gli italiani che possano giocarsela alla pari con i top reg del dot com. Uno tra questi, che ha sempre preferito tenere un profilo basso, ma ritengo uno tra i più preparati in assoluto, è Davide Marchi [Girex. ndr], che ha scelto a sua volta di non partire.”
Tra le altre motivazioni, Antonio aggiunge anche una necessaria e simpatica postilla:
“Lo ammetto: l’aereo è una delle mie fobie più grosse e fare un viaggio di 12-13 ore un po’ m’inquieta! Ad ogni modo, quando mi sentirò davvero pronto, non esiterò a partire. Oggi non voglio fare il passo più lungo della gamba e la cosa che davvero mi fa rosicare sono le serate che ho missato con i miei amici piuttosto che i tornei che mi sono perso!”