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Federico Butteroni: “Dato mi ha suggerito Kanit, sarebbe un onore se potesse seguirmi…”
E’ passato qualche giorno da quella mattina fantastica che ha permesso al nostro Federico Butteroni di ottenere il ‘pass’ per il prossimo novembre e nonostante l’adrenalina scorra ancora nelle sue vene, lo abbiamo contattato in un momento di relax, fondamentale per lui per recuperare le energie psico-fisiche annientate da un Main Event faticosissimo.
“E’ stato tanto tanto stressante, dunque in questi giorni – spiega Federico – non ho fatto altro che rilassarmi con i miei amici qui a Vegas. Non ho pensato minimamente alle carte, ma ho sfruttato questo tempo per rispondere ai tanti messaggi di stima che mi sono arrivati. Mi fa piacere soprattutto aver trasmesso agli altri la persona genuina che sono…”.
Una delle persone che ha fatto compagnia al neo November Nine è stato Andrea Dato, con il quale, ovviamente, sono venuti fuori anche discorsi su tavolo finale che vedrà Federico protagonista tra una manciata di mesi.
“Abbiamo cenato in bellissimi posti e Andrea, nel frattempo, mi ha suggerito Mustapha (Kanit, n.d.r.) per ricevere qualche utile consiglio da mettere in atto a novembre. E’ quello che ha maggiore esperienza in fatto di final table di livello, è molto preparato tecnicamente ed è capace a gestire in maniera ottimale uno stack esiguo. Sa, insomma, quali sono le scelte corrette da effettuare nel long term. Mi farebbe piacere se potesse seguirmi, anche se personalmente non lo conosco benissimo”.
Il romano ritorna, poi, su quei momenti decisivi che ha vissuto nella mattinata italiana di mercoledì, corrispondenti alla notte del Nevada.
“Tra uscire undicesimo e fare November Nine c’era uno scalino di ben 500.000$, in pratica il primo premio attuale di un EPT. Ho avuto la fortuna di fare un paio di double-up, che mi hanno permesso di toccare quota 16 milioni di chips e gestire la situazione. In più McKeehen ha giocato davvero bene la fase five-handed e, dato che c’erano tre short, per me non era conveniente aggredire eccessivamente. Lui ha aperto tantissimo ma, di contro, non ha quasi mai chiamato i push. Joseph è stato intelligente, è riuscito infatti a costruire uno stack enorme praticamente uncontested. Daniel, invece, ha adottato una strategia tight, ci teneva a raggiungere il final table. Con me, comunque, è stato fantastico, mi ha messo a mio agio ed è stato simpaticissimo. E’ stato un onore poter giocare con lui per tutte le dieci ore del giorno più importante della mia vita, pokeristicamente parlando. Personalmente, credo di aver messo in atto la strategia più adeguata considerando, appunto, il payout”.
Butteroni, da qui a novembre, non starà comunque con le mani in mano, ha già stilato infatti un’interessante schedule per l’estate e l’autunno. Ha intenzione, perciò, di non perdere la forma che gli ha permesso di coronare il suo sogno.
“Ho idea di giocare l’EPT di Barcellona in agosto e farò certamente le WSOPE di Berlino. Vorrei anche salire a Saint Vincent per la tappa dell’Italian Poker Tour, per ringraziare di persona tutti coloro che mi hanno sostenuto durante il Main Event. Non ho ancora deciso, perché vorrei pure starmene tranquillo a casa e godermi un po’ di tempo in compagnia della mia famiglia”.
Spinti dalla curiosità, abbiamo infine chiesto a Federico come gestiscono le WSOP il pagamento del milione di dollari che già tutti i finalisti hanno garantito.
“Dipende dalla persona, lo si può prendere subito o attendere novembre. L’organizzazione dà comunque, sì, la possibilità di incassare un anticipo…”.