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“Il dealer non ha barato ma non lavorerà più con noi” Chiuse le indagini sul presunto cheating al Main WSOP: parla Seth Palansky
Siamo al river, un giocatore è andato allin, l’altro deve decidere se chiamare. Il dealer si sistema il cinturino dell’orologio e nel farlo mostra all’intero tavolo l’ultima carta del muck: un Asso.
Il presunto cheating al Main Event WSOP è stato uno dei casi più discussi di questa edizione World Series che ha portato all’Italia il secondo November Nine della storia.
Gli organizzatori avevano anticipato che avrebbero indagato meticolosamente sul caso.
In questi giorni abbiamo scritto al Vice Presidente Corporate Communications WSOP/Caesars Seth Palansky per conoscere gli sviluppi della vicenda.
E la risposta, per quanto spinosa potesse essere la questione, è arrivata tempestiva. Questione di abitudini: nei paesi anglofoni sono abituati a rispondere alle domande della stampa.
Qui da noi, molto probabilmente, le cose sarebbero invece andate in modo diverso.
Palansky ha confermato che le indagini sono arrivate alla conclusione dopo essere state condotte in modo certosino:
“Il caso è stato investigato meticolosamente sia da noi che dalla Nevada Gaming Commission, che abbiamo chiamato per assisterci. Abbiamo interrogato entrambi i giocatori coinvolti nella mano, un altro giocatore al tavolo e il dealer, e abbiamo controllato tutti i filmati dei nastri di sorveglianza”.
La conclusione è la stessa ipotizzata dal Maestro dei bari italiani Gianfranco Preverino e dal TD EPT Luca Vivaldi dopo aver visto il filmato dell’azione: nel gesto del dealer non c’era alcuna volontà di cheating.
“In modo molto chiaro non c’è stato cheating – scrive Palansky – E’ tutto dipeso da un dealer che aveva lavorato per 14 giorni di fila, era stanco e non ha rispettato le procedure. Aveva tre lavori come dealer nello stesso momento, non ha lavorato sempre per noi”.
Ma per quanto non ci sia stata volontà truffaldina in quel gesto, il dealer ne ha pagato le conseguenze:
“Le prove hanno dimostrato che l’Asso non era rilevante ai fini della mano e che tutti i giocatori coinvolti non credono che la carta esposta abbia avuto delle conseguenze. Ma con noi, dopo questo fatto, il dealer ha chiuso per non aver rispettato le procedure e i protocolli”.
D’altronde una organizzazione seria come le World Series non può permettersi scivoloni di questo tipo: le procedure per i dealer sono stabilite in modo ferreo, e devono essere sempre rispettate:
“In ogni caso, nessuna carta dovrebbe mai essere scoperta – conclude Palansky – Siamo responsabili di questo, ma siamo ben lontani da un qualcosa di atroce. Semplicemente è stata una cattiva procedura che non sarebbe dovuta accadere. Tutto lo staff WSOP ha dei protocolli che devono essere rispettati. Chi non lo fa va incontro a sanzioni, incluso la perdita del lavoro”.
Ecco il video del presunto cheating che ha fatto gridare allo scandalo: