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il 5 Ago 2015

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Alessandro Adinolfo, campione IPT: “Due amici mi hanno pagato il buy-in, ognuno ha preso 27.000€…”

Alessandro Adinolfo, campione IPT: “Due amici mi hanno pagato il buy-in, ognuno ha preso 27.000€…”

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Prima del successo di lunedì, che gli è valso 80.000€, Alessandro Adinolfo aveva vincite live per poco più di 152.000 dollari.

Una carriera, insomma, buona ma non certo eccellente. Poi è arrivato l’IPT e un final table vissuto da protagonista, lui che di esperienza, comunque, ne ha da vendere.

“Gioco a poker per professione – ci racconta Alessandrospecialmente cash game tra Campione d’Italia e Saint Vincent. Ho fatto anche tanti tornei, ma gli ultimi anni, in generale, sono stati faticosi, così ho perso buona parte del bankroll”.

Da due anni a questa parte, nonostante una run non favorevole, Alessandro non è rimasto a piangersi addosso, bensì ha lavorato intensamente sull’aspetto mentale, leak che gli ha fatto perdere non pochi soldi.

“Prima mi capitava di gettare via mtt, spesso a causa di giocate forzate inutili. Adesso mi ritengo un giocatore diverso e per migliorare il mindset mi sono affidato a un amico, Massimo, che nulla c’entra col poker ma che ha saputo toccare le corde giuste. All’IPT, per fare un esempio, dopo un’apertura ho foldato A-J con appena otto blind, cosa che mai avrei fatto in passato…”.

Al final table è partito da fanalino di coda, ma con la calma necessaria è riuscito a risalire la china fino a stringere tra le mani la picca.

“L’unico mio pensiero era fare un double-up, quindi la strategia fino a quel momento è stata piuttosto semplice: ho aspettato mani buone per mettere tutto lo stack nel mezzo, cercando di moltiplicarlo. E’ arrivato un raddoppio, dopo un secondo che mi ha rimesso in carreggiata per la vittoria. A dir la verità, poi, il final table non è stato così difficile, dallo streaming magari non si è compreso, ma i miei avversari erano tutti nervosi. Il day 3, invece, è stato complesso: sono sempre stato short e ho faticato non poco a rimanere in vita per il torneo. Ho incrociato ragazzi davvero capaci, tra questi Alberto Fiorilla, che gioca molto molto bene!”.

E’ stato impossibile non chiedergli della mano decisiva dell’heads up, quel push al river che ha fatto foldare set di Re, su di un board con quattro fiori, a Giuseppe Caridi.

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“Lo conosco bene, perché veniamo entrambi dai circoli e lui fa i miei stessi tornei. Utilizza sempre size molto grosse, non ama insomma giocare troppo il board. Quando ha puntato al turn, con una bet sostanziosa, credevo avesse A-K e che puntasse forte proprio per non vedere una carta di fiori al river. Il push in quinta strada, perciò, è stato meno complesso di quanto possa sembrare. Ho capito presto che avrebbe foldato, mi ha chiesto ‘Me le mostri se le getto?’ e così ho fatto…”.

C’è qualcuno che ha festeggiato con lui, forse quanto lui, per un motivo ben preciso.

“Ho giocato il torneo stakato, due amici mi hanno pagato il buy-in, così ognuno di noi si è intascato 27.000 euro. Il torneo mi ha stancato parecchio a livello psico-fisico, quindi mi concederò un po’ di relax a Cattolica. Dopo credo di andare a Barcellona per fare l’Estrellas e a settembre il Main Event a Campione d’Italia del WSOP Circuit”.

 

Photo credit: PokerStars

 

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