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Cash game tips – L’approccio giusto al check-raise nei diversi livelli di gioco
Ci troviamo seduti ad un tavolo cash game 6max e flattiamo da big blind un’apertura del giocatore sul bottone.
Quali sono i flop migliori sui quali avere un check-raising range? Quando è meglio limitarci solamente a chiamare o foldare di fronte a una continuation bet del nostro avversario?
E soprattutto, quali sono i fattori da considerare per prendere la decisione corretta?
La prima cosa da valutare è sicuramente il giocatore che abbiamo di fronte ed è per questo motivo che analizzeremo lo spot differenziando i livelli di gioco.
APPROCCIO LOW STAKES
Buona parte dei giocatori che incontriamo a questi tavoli sono player occasionali, che giocano essenzialmente con il punto e faticano a foldare anche in situazioni molto marginali.
A questi tavoli lo slowplay è generalmente la scelta meno profittevole e il check-raise in bluff, proprio perché abbiamo di fronte giocatori inesperti, è spesso poco efficace.
La scelta migliore con un punto forte è quasi sempre quella di ingrossare il piatto sin dal flop, cercando, fra turn e river, di mettere all in il nostro avversario.
APPROCCIO MID STAKES
Paradossalmente i livelli compresi tra il nhl50 e il nhl200 sono i più difficili da analizzare. Ai tavoli troveremo infatti diversi tipi di player: dal reg molto preparato, contro il quale dovremmo cercare di bilanciare al meglio il check-raise, al giocatore occasionale non disposto a passare top pair, contro il quale dovremmo comportarci come se giocassimo low stakes.
Tra i regular, inoltre, bisognerà valutare diverse strategie che dipenderanno dal range di open del Bottone, dalla frequenza delle sue continuation bet, dal WTSD (la percentuale di volte che un giocatore, dopo aver visto il flop, arriva allo showdown) e dall’history che abbiamo.
Sarà inoltre fondamentale analizzare il tipo di flop per capire il numero di combo che vogliamo check-raisare per valore così da poter aggiungere la giusta percentuale di bluff.
APPROCCIO HIGH STAKES
Dal nhl400 in su ci confronteremo contro i regular più preparati e, anche i giocatori occasionali, saranno mediamente più informati rispetto a fish dei livelli minori.
A questi livelli il giusto bilanciamento è una priorità, i nostri avversari avranno frequenze tendenzialmente corrette e, di fronte a un rilancio, difenderanno fino al river il giusto numero di combinazioni.
Un approccio non matematico può essere spesso non sufficientemente accurato e diventa necessario l’utilizzo di software di supporto per analizzare i singoli spot e calcolare matematicamente le frequenze ottimali.
In definitiva l’aspetto più rilevante è la tipologia di player che abbiamo davanti. In molte situazioni il check-raise sarà profittevole solo per valore mentre, contro giocatori capaci ad aggredire, diventerà EV+ slowplayare il flop e aggredire fra turn e river.
E’ anche importante la tipologia di flop che abbiamo di fronte: su board dry il nostro set o la nostra doppia coppia avrà bisogno di meno protection e spesso check-callare sarà la scelta corretta.
Su un flop più coordinato invece, con progetti di scala e di colore, il nostro punto avrà bisogno di maggior protezione e, considerando anche il numero di progetti che il nostro avversario sicuramente non folderà al flop, il check-raise sarà sicuramente un’opzione da considerare.