Strategia MTT – L’overthinking in zona bolla

La fase bolla è una delle più delicate in un torneo multitavolo.

I professionisti utilizzano questa fase per aggredire senza soluzione di continuità gli avversari più scarati.

I giocatori con deep stack tendono a mettere pressione soprattuto a chi ha uno stack intermedio che preferisce evitare rischi inutili a pochi passi dai premi.

I corti infatti non hanno problemi a mettere tutte le loro chips nel mezzo mentre chi semplicemente foldando arriverebbe in the money è più restio a fare azione.

Durante l’edizione 2014 della tappa di Barcellona delle European Poker Tour esattamente un anno fa abbiamo assistito a una mano esemplificata dei pensieri in fase bolla.

Ci troviamo a 10 giocatori dai premi e lo scozzese Nial Farrell, un giocatore da oltre 1 milione di vincite live, è il chipleader del tavolo e sta chiaramente aggredendo i suoi avversari.

I bui sono 2.000/4.000 e Farrell dal bottone apre fino a 8.500 con AJ trovando il call da small blind di Benjamin Lamprecht con 99.

Il giocatore austriaco ha uno stack di poco sotto l’average fissato in questo momento a circa 140.000 gettoni. E’ chiaro come si senta il peso della zona bolla.

Lamprecht infatti non effettua una 3bet seppur abbia solo 30 bui circa con una coppia molto buona nonostante sia molto avanti al range di apertura dal bottone di Farrell perchè non vuole mettere a rischio il suo intero stack e non vuole trovarsi costretto a chiamare l’all in aggressivo del britannico.

Completa anche il big blind Price che ha oltre 200.000 chips con J8.

Il flop è 934 e dopo il check di Lamprecht, è Price a bluffare con una bet di 13,500 chips.

Farrell capisce che Price vuole mettere pressione grazie al suo stack abbastanza grosso e decide per un floating in posizione.

Il piccolo buio austriaco però ha settato e decide di chiudere qui la questione con un raise fino a 36.500.

Price folda velocemente mentre Farrell inizia a pensare.

Nella testa dello scozzese si insinua il dubbio che Lamprecht stia cercando di vincere il piatto uncontested al flop con qualche suited connector che hanno out tra turn e river. Il raise infatti dell’austriaco non può essere fatto con top pair che tenderebbe a callare semplicemente e le altre due carte (3 e 4) difficilmente possono aver aiutato Lamprecht.

Farrell decide quindi di callare nuovamente convinto che ogni asso o jack gli diano la mano migliore ma a suo avviso spesso sarà avanti sin da ora.

Il turn è un 8 e Lamprecht continua la sua azione aggressiva pushando il suo stack rimanente di 67.500 chips.

Farrell a questo punto entra in overthinking.

Che senso ha con una mano forte fare raise al flop su un board così poco connesso?

L’otto di cuori ha aperto un draw di cuori che potrebbe aver dato ulteriore equity al suo avversario. Nella testa dello scozzese si insinua il dubbio che l’avversario possa avere 65 o che a volte possa avere ancora quel 20% di equity data dalle due overcard.

Non ha purtroppo considerato che l’avversario sia nuts e abbia raisato per valore per non concedere carte ad eventuali bilaterali avversarie.

La giocata di Lamprecht è infatti ABC e probabilmente non completamente corretta ma ha fatto overthinkare Farrell il quale chiama da drawing dead e fa fare double up al proprio avversario.

Grazie al suo grosso stack riuscirà comunque ad arrivare a premio ma uscirà 228 esimo mentre il gioco poco fantasioso di Lamprecht lo porterà tra i primi 70.

Spesso è importante quindi considerare oltre al momento del torneo il tipo di giocatore che si ha di fronte per evitare inutili pensieri a livelli troppo diversi dalle giocate dei nostri avversari.