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Come vincere i tornei multitavolo? Aggredire a due tavoli left durante la bolla per il final table
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In un gioco che si evolve sempre di più e in cui le dinamiche stanno cambiando sia preflop sia postflop, cambiano anche i momenti chiave per conquistare i successi nei tornei.
Nel main event della Tilt Poker Cup è emersa ancora una volta una nuova chiave di volta per la vittoria negli MTT: l’aggressione instancabile del tavolo nelle fasi che vanno da 14 left al final table.
I tornei a due tavoli left soprattutto nel mondo live vivono sempre più “momenti di stanca” nei quali l’azione inizia a rallentare per la voglia dei giocatori rimasti di non gettare al vento uno o più giorni di gioco e arrivare all’agognato final table.
Questo succede soprattutto quando le strutture reggono bene come qui a Venezia e ci sono pochi corti che devono rischiare il tutto per tutto.
Soprattutto i giocatori amatoriali diventano estremamente passivi facilitando così il gioco dei professionisti che fanno valere in maniera spiccata la loro aggressività: il gioco dei ragazzi provenienti dal mondo online fatto di continue “mosse” garantisce risultati sicuramente positivi.
E’ quello che ha fatto vedere Christian Nuvola durante la Tilt Poker Cup ha garantito un continuo incremento dello stack anche se ovviamente si possono vivere momenti di up and down.
“Sto facendo un po’ di montagne russe ma in compenso ogni volta che scendo riesco a risalire abbastanza facilmente perchè gli spot che mi si presentano sono abbastanza facili.”
Abbiamo visto anche in passato come la sopravvivenza negli MTT sia fondamentale però in questa fase del torneo si rischia troppo spesso di vedere decrementare il proprio stack mangiati dai bui.
Due tavoli left diventa quindi fondamentale aggredire negli spot giusti cercando semplicemente di evitare gli showdown soprattutto contro i giocatori che ci sembrano scarati e vogliosi di arrivare al final table e che quindi prenderanno la decisione di andare all in solo con mani molto forti.
Di contro invece può diventare molto profittevole chiamare uno shove di un’altra tipologia di giocatori.
Si tratta di coloro che perdono di aggressività e diventano passivi vedendo così ridotto il loro stack piano piano.
Questi players una volta che si accorgono che i loro gettoni residui non basteranno ad arrivare tra gli ultimi 10 si vedranno incentivati a metterle tutte in mezzo anche con mani marginali in cerca di un raddoppio o in modo da recuperare una posizione più tranquilla in maniera uncontested.
Ovviamente però l’aggressività maggiore la dovremo tenere quando siamo sicuri di poter fare chips senza andare allo showdown e quindi nel gioco postflop dove potremo far valere l’edge contro i players scarati o poco esperti.
Emblematica in tal senso la mano giocata proprio da Nuvola in una situazione a 11 left.
Sul board T7A64 dopo aver aperto da bottone e c-bettato al flop chiamato solo dal grande buio, vediamo il doppio check al turn per un pot creatosi di circa 140.000 gettoni.
Il river registra la puntata di 1/3 piatto del big blind con il pronto raise a 115.000 di “Ninetto”.
“Ho aria ma credo che lui non possa compromettere il suo torneo con un hero call a questo punto del torneo. Ovvio posso fare questa mossa perchè questi giocatori vogliono arrivare al tavolo finale. Inoltre ho un blocker perfetto, l’8, che blockera sia le scale sia i flush draw per cui la mia mossa avrà successo un sufficiente numero di volte per renderla positiva.”
Una nuova chiave quindi per arrivare al final table e avere concrete chance di vittoria può essere quella di aggredire in maniera oculata fino al raggiungimento dei 14 left e diventare maniac durante l’avvicinarsi della bolla final table.
Christian che comunque aveva chiuso il day 2 con un ottimo stack ha messo in pratica questo tipo di gioco e si è così presentato chipleader al Final Table della Tilt Poker Cup.