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Federico Butteroni a due mesi dai November Nine: “Studio degli avversari e WSOPE a Berlino nel mio programma di avvicinamento”
Federico Butteroni è alle soglie dell’appuntamento più importante della sua vita.
Da semi sconosciuto nel mondo del poker il ragazzo romano è balzato agli onori delle cronache come secondo November Nine italiano della storia.
Dopo aver conosciuto in Sardegna Filippo Candio, il primo azzurro a ripresentarsi negli States dopo l’estate per giocare il braccialetto, e aver giocato senza fortuna la tappa di Barcellona dello European Poker Tour, Federico è tornato nella sua amata Roma.
“Sto molto bene: sono a Roma e sono tornato da qualche giorno. Dopo Barcellona sono stato qualche giorno con un amico a Napoli e poi ho fatto una breve vacanza in Puglia. Ora la mia priorità era rimanere qui perché ci sono due miei amici che hanno appena avuto un figlio e quindi per me era importante essere presente alla nascita. Per questo ho saltato l’Italian Poker Tour di Nova Gorica. Ora starò un paio di settimane a casa prima di andare a Berlino per le World Series of Poker Europe. Forse farò una puntatina a Campione d’Italia per il WSOP Circuit, ma non è ancora nulla di definito.”
Per Federico quindi pochi appuntamenti live da qui al tavolo finale World Series con il preciso obiettivo di arrivare preparato alla perfezione all’appuntamento di novembre:
“Penso sia più importante studiare il tavolo finale piuttosto che andare a fare tornei. Per fare le trasferte poi perdo giorni importanti anche solo per il viaggio, per cui preferisco concentrare gli sforzi in pochi appuntamenti.
A Barcellona ho giocato praticamente solo l’Ept perché penso andasse fatto anche solo per ciò che poteva valere a livello monetario. Il torneo più importante dell’anno a livello europeo penso andasse fatto obbligatoriamente.
Sono andato poi a Rozvadov ma più per motivi di partnership con il casinò che sta sponsorizzando tutta una serie di giocatori.”
Attenzione esclusiva al tavolo finale di una carriera al quale Federico si sta preparando con minuziosi allenamenti giornalieri:
“Penso che il tavolo finale sposti più di tutto attualmente nella mia vita quindi voglio concentrare solo lì le mie forze. Ora che sono uscite anche le prime puntate su ESPN e così è veramente facile capire quel che devo fare in questi giorni. Non che le puntate siano fondamentali, perché al day 4 forse ci sarà solo qualche inquadratura per i novembre niner, visto che siamo ancora a 600 left. È difficile che nei 4 feature table ci siano mani interessanti di qualcuno dei november nine, però magari già dalle prossime puntate troverò spunti interessanti.”
Lo studio degli avversari non si limiterà però esclusivamente alla visione dei video trasmessi dalla tv americana:
“Ho cercato sui forum delle WSOP che hanno seguito l’evento le giocate dei miei avversari. Ho fatto uno screenshot di tutte le mani più importanti di tutti i giocatori che troverò raccontate dai blogger e che ovviamente non ritroverò in televisione. Ho visto c’era qualche mano interessante tra il day 5, il day 6 e il day 7.
Mi sto sentendo anche le interviste di tutti e penso che guardare i tavoli finali delle edizioni passate sia interessante per vedere come affrontano i giocatori un evento così importante.”
Preparazione maniacale per Federico che non vuole arrivare impreparato come fece Mark Newhouse lo scorso anno, ma piuttosto prendere esempio da Martin Jacobson, vincitore del Main Event 2014:
“Non credo che come ha fatto Jacobson farà una simulazione del final table. Tra l’altro vorrei capire quanto sia stata una cosa studiata o improvvisata. Non credo lo abbia fatto, però è molto interessante come si è preparato mentalmente. Simulare il tavolo finale è quasi impossibile perché si sviluppano dinamiche particolari che non puoi prevedere, vedi l’uscita di Newhouse l’anno scorso, il cui grande vantaggio di esserci già stato a novembre si è riversato contro totalmente, nonostante la sua mano dell’uscita mi sia piaciuta. D’altronde comunque ognuno conosce se stesso e deve prepararsi nel miglior modo per lui sapendo le sue caratteristiche: penso che non ci sia una ricetta magica e universalmente valida per la preparazione al torneo.”
Per ciò che invece concerne l’aspetto tecnico e tattico, Federico ritiene che il suo esiguo stack debba far pendere la bilancia verso una preparazione dei range piuttosto che sulle dinamiche post flop contro i vari giocatori:
“Per il primo livello di gioco vista la mia situazione si parlerà più di range di push più che di board giocati visto che con lo stack che avrò non potrò giocare molti board.”
Il piano è preciso: studio degli avversari, preparazione fisica e come unico momento di “svago” le World Series of Poker Europe che un November Nine non può ovviamente perdersi:
“Da Berlino tornerò verso il 25 e non credo di andare a Malta anche se sono indeciso. Poi per il 30/31 di ottobre volerò a Vegas in modo da arrivare là e recuperare dal jet lag, entrando così nel giusto clima e mood per questo appuntamento. Non voglio andare troppo presto perché comunque non soffro troppo il jet lag, però è sempre meglio prevenire che rimanere frastornato in giorni così importanti. Anche se probabilmente sarò frastornato lo stesso perché non è certo un evento che accade tutti i giorni.”