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Giuliano Bendinelli sul neo campione del mondo: “Avversari non all’altezza… E’ bastato giocare ABC!”
Un final table dominato in questo modo non si vedeva da anni.
Il nuovo campione del mondo Joe McKeehen ha svolto il compito in maniera pressoché perfetta, non mettendo mai a repentaglio il suo stack e comandando il tavolo con uno posta costantemente superiore agli 80 big blind.
Ma i Social, si sa, non hanno pietà per nessuno, e in tanti hanno criticato lo stile di gioco e alcune scelte prese dal ragazzo di Philadelphia.
Tra questi c’è anche il nostro Giuliano Bendinelli, che come di consueto non si è tirato indietro nel dire la sua riguardo all’ex campione di risiko americano.
“Piccola premessa: a livello di starting hand è stato un qualcosa di imbarazzante. 190 mani sono un campione che non ha alcuna valenza statistica parlando di long term, ma sinceramente non penso di aver mai visto in vita mia, né in prima persona né in altri tavoli finali seguiti in streaming, una persona singola vedere così tante mani in un periodo così ristretto di tempo. A McKeehen è capitato nel momento più importante della sua carriera.”
Giuliano si concentra dunque sulla condotta di gioco tenuta da McKeehen:
“Difficoltà del final table? Minima. Probabilmente il più semplice degli ultimi 6-7 anni nei quali erano presenti reg live di ben altro spessore. In questo tavolo McKeehen era il più forte, secondo, probabilmente, solo a Patrick Chan al quale ho visto fare cose davvero belle nella fase da 27 left a 9 left, ma che non può ovviamente essere giudicato causa la sua precoce uscita in questo final table. McKeehen ha dunque dimostrato di essere il più forte tra ‘i cadaveri’. Sarebbe stato giusto fargli i complimenti se avessimo visto queste cose nel 2010: il suo approccio, contestualizzato al presente, è stato super ABC. Se mi avessero fatto vedere le prime 10 mani giocate da McKeehen, sarei stato in grado di indovinare praticamente tutte le sue starting hand nelle successive 180. Faceva sempre le stesse identiche cose.”
Il punto focale messo in luce dal genovese riguarda il discorso dello streaming:
“Non puoi pensare di giocare un tavolo televisivo in questo modo. Dopo la prima mezz’ora di gioco tutti i tuoi avversari saranno informati sul tuo stile di gioco e dovrai necessariamente cambiare per non renderti exploitable. Se in un final table non televisivo puoi fregartene di bilanciare i range perché vai poche volte a showdown, in un contesto del genere non puoi assolutamente permettertelo. Lui ha utilizzato sempre le stesse size, gli stessi check back quando aveva medio valore. Ha giocato esattamente come s’insegna ad un Reg ABI 15 del punto it.”
Eppure questo approccio si è rivelato vincente…
“E infatti non lo biasimo. E’ stato bravo a capire che ce l’avrebbe fatta continuando a giocare sempre alla stessa maniera, senza variare mai una volta. Per questo parlo di avversari non all’altezza: ogni volta che checkava back flop gliela si poteva combinare leadando o check/raisando in una delle street successive. Quando bettava flop o aveva top pair + o bluff totale. Era palesemente face up. Potevi giusto avere dubbi sul kicker, non su altro.”
L’ultimo appunto riguarda la performance del nostro Federico Butteroni:
“E’ veramente difficile dare un giudizio. Non abbiamo visto tutte le sue starting: è possibile che in 37 mani abbia avuto veramente bottom 10% e che sia stato veramente sfortunato, ma quello che non posso concepire è che con 7x da bottone con small blind e big blind super weak non abbia pushato atc. McKeehen apriva 2 mani su 3 e l’occasione di trovarsi unopened da bottone e cutoff andava sfruttata necessariamente altrimenti sarebbe stata una morte certa di bui. E così è stato…”