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“Milioni di euro investiti male, oggi gli amatoriali non giocano più” Cause e rimedi della crisi dell’online secondo Giulio Astarita
Si sente spesso parlare della “crisi del poker online” per motivi come il calo di nuove iscrizioni e delle entrate delle room.
Anche per cercare di rimettere in sesto il mondo dell’online rispetto allo status quo di qualche anno fa, ultimamente ci sono tanti cambiamenti in atto, come le rivoluzioni sui vip system, sugli HUD e su nuove varianti proposte.
Dopo aver chiesto ad un ottimista Maurizio Guerra un parere su come sarà il futuro del poker, abbiamo passato il microfono a Giulio Astarita, che invece ha una previsione più scura come si evince già dalle sue prime parole:
“Per quanto mi riguarda il futuro del poker online non lo vedo particolarmente positivo… non nel senso che non si giocherà più ovviamente, perché il gioco è qualcosa che fa parte di noi, ma le epoche passate non le vedremo mai più. I ‘perché’ sono pressoché infiniti. Lo status quo con annessa concentrazione di liquidità è difficile da smuovere, anche se ci sono dei buoni tentativi, come l’ottimo lavoro che sta facendo Maurizio Guerra a People’s Poker ed il nuovo client di iPoker, che sembra essere molto valido. I giocatori sono un po’ fuggiti, quelli che non sono fuggiti sono dentro PokerStars, il che non è un male sia chiaro, ma difficilmente ne arriveranno molti di nuovi se qualcuno non si inventa qualcosa… poi restano gli altri problemi del passato, come la comunicazione e l’ambito legal: sostanzialmente siamo nella stessa condizione di anni fa.”
Per Giulio non ci sono grandi speranze nel futuro, ma ci sono certezze sul passato. Ecco quali sono stati i fattori del “declino” del poker online punto it degli ultimi anni:
“Non c’è un motivo. Intendo dire che non ce n’è uno, anzi ce ne sono fin troppi. I soldi sono stati investiti molto male negli anni passati, parliamo di cifre nell’ordine delle decine di milioni di euro cumulativi, investite in iniziative totalmente senza senso. Sono stati buttati soldi in pubblicità sbagliate, nei live senza coniugarli ad una strategia, buttati nei team pro, forse l’esempio top per mancata connessione investimenti-risultati. Anni fa se chiedevi chi era un pro la gente ti faceva 5 nomi, se era dell’ambiente 15 o 20 alla grande, e di sponsorizzati ce n’erano oltre 200, spesso con contratti da capogiro. Apporto reale? Quasi zero”
Ma gli investimenti sbagliati non sono che la punta dell’iceberg. Giulio prosegue:
“Poi la corsa alla rakeback che è un suicidio multiplo: non fa avvicinare occasionali, che non se ne fregano della back; aumenta il margine di chi già vince e infine distrugge la redditività delle aziende che la offrono. Semplice matematica: una cosa è Stars che può dare il 70% o più di rakeback ad una nicchia ristrettissima di clienti, un’altra cosa è la piccola skin che ha 100-200 giocatori ed offre a tutti rakeback altissime. Considerato il 20% di tasse, la concessione del software, altri obblighi contrattuali, le spese, il team pro quello che resta è abbondantemente negativo. E se l’imprenditore, piccolo a piacere, mal consigliato come in questi casi vede che dopo un anno ha perso 2-300K€ come pensate che possa investire? Moltiplicate per cifre ben più grandi nel caso di altre aziende. Secondo voi se tutti stavano facendo grandi profitti avrebbero mai tagliato gli investimenti? Ne dubito… Senza considerare la concorrenza “interna” dei casinò”
C’è poi un discorso legato alla offerta di gioco che lascia poco spazio agli occasionali.
“Anche l’offerta era da rivedere: in alcuni network stato puntato tutto sul cash game, che è il gioco skill intensive per definizione, meno costoso per la room (non ci sono gli overlay!), meno “complicato” da gestire per un room manager, meno tassato…. Ma non è adatto ad attrarre i nuovi giocatori, che per divertirsi dovranno avere almeno un minimo di formazione, finendo quindi col perdere. Faccio un esempio in un mercato simile: l’eSport ‘MOBA’ più giocato è Dota 2, che attira milioni di giocatori. Considerando l’andamento relativo all’ultimo anno, il saldo nuovi/fuoriusciti è sorprendentemente negativo. Questo è perché su Dota 2 il livello di gioco è molto alto, e per un neofita non c’è spazio per divertirsi, visto che perde ogni partita che fa. Altri giochi simili, come il nuovo “HoTS” della Blizzard, sono in crescita incredibile, perché proteggono il nuovo giocatore e gli danno la possibilità di imparare senza perdere stimoli ed interesse. Il poker soffre la stessa cosa. Ormai trovi i reg in sit out ad aspettare il povero occasionale anche al NL5…”
Tra i discorsi sul sistema di bonus rakeback/vip system e l’offerta di giochi meno skill intensive per permettere agli occasionali di vincere, sembra che Astarita sia molto in linea con le nuove politiche di Stars, cosa che lui stesso ci conferma unendosi anche alla campagna contro l’HUD.
“Io mi batto da anni contro gli HUD, ma finché PokerStars non li elimina per gli altri c’è poco da fare. Se una room di secondo piano elimina l’HUD rischia di perdere tutta la clientela, PokerStars può dare l’avvio alla campagna ed essere poi seguita dagli altri. Gli HUD danno un vantaggio incredibile, e credo che chi dica il contrario sia un ipocrita… poi è ovvio che ognuno dica ciò che gli è più comodo, ma se non servisse a nulla dubito lo vedremmo. Sicuramente, alla lunga, non aiuta l’occasionale.”
Per concludere chiediamo a Giulio una formula magica per dare nuova linfa a questo mondo, nel tentativo di ricreare quel boom -in versione ovviamente minore- che c’è stato anni fa:
“L’unico modo per ridare una buona spinta a questo gioco è creare un’ambiente molto più ‘casual-friendly’, attraverso l’introduzione di giochi meno skill intensive (una delle soluzioni proposte da Sklansky poco tempo fa ndr.) per limitare l’offerta di giochi che garantisca troppi vantaggi ai top grinder. Sicuramente bisogna uccidere la maggior parte dei software, soprattutto quelli di seat-scripting, ed impedire la caccia agli occasionali, magari basterebbe impedire il ‘sit out’ dei reg che aspettano solo loro per dare azione. Aspetto di vedere cosa si sta inventando Dreyfus con la Global Poker League. E spero sempre che il Live, grande assente da tanti anni, venga regolamentato e si possa andare al club a farsi una partitina rispettando tutte le leggi del mondo…”
Insomma il gioco dovrebbe tornare quello delle origini, semplice, senza software, e l’impatto delle skill dovrebbe essere minore per permettere al random di divertirsi, restare ed appassionarsi.
“Uccidendoli” subito, il rischio è di indirizzarli verso slot e altri giochi perdenti per il giocatore competente, ma a valore meno negativo per gli occasionali.
Per molti regular questo può sembrare svantaggioso -e magari lo è-, visto che riducendo il fattore skill si riduce anche il loro guadagno atteso, ma se funzionasse forse si potrebbe recuperare quella parte di edge persa grazie alla nuova ondata di amatori che dovrebbe arrivare.
E anche se il margine di guadagno diminuisse, si troverebbe molta più gente (e meno preparata) pronta a dare azione, senza correre il rischio un giorno di trovarsi tutti reg contro reg e un gioco che sarà per forza -EV…