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Strategia

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il 25 Nov 2015

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Il bluff con showdown value: come e quando farlo!

Il bluff con showdown value: come e quando farlo!

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Durante le fasi avanzate di un torneo con struttura giocabile o una partita di cash game fare le scelte giuste dal punto di vista strategico anche nei piatti di minore importanza è fondamentale.

Nel poker moderno la difesa del big blind per esempio è spesso diventata automatica anche perchè le odds concesse per giocare il colpo, anche se fuori posizione, sono sempre estremamente vantaggiose.

Difendendo il big blind o giocando in posizione contro un avversario più debole anche con mani marginali spesso ci ritroveremo a hittare il board ma a non avere una mano molto forte.

Le situazioni in cui abbiamo un minimo di showdown value diventano quindi all’ordine del giorno.

Lo showdown value descrive quelle situazioni in cui difficilmente possiamo bettare per valore al river perchè nel range del nostro avversario ci sono poche combinazioni di mani che hanno un valore inferiore al nostro disposte a pagare una puntata.

A volte però il nostro showdown value non basta ed è inferiore al punto dell’avversario: in questi casi occorre trasformare in bluff la propria mano bettando perchè comunque non riceveremo troppe volte un call.

Purtroppo però trasformare mani con showdown value in bluff è una mossa altamente redditizia ma assai rischiosa che andrebbe quindi fatta con parsimonia e quando abbiamo informazioni sul nostro avversario o quando il board ci è particolarmente favorevole.

Vediamo una situazione in cui questa mossa può essere utilizzata.

Ci troviamo nella fase avanzata di un torneo multitavolo e abbiamo circa 50 bui.

Il giocatore sul cutoff apre le puntate x 2 e noi decidiamo di fare call con 64.

La nostra mano è marginale ma come detto in precedenza le odds di 4 a 1 che ci vengono offerte sono troppo favorevoli per foldare.

Sul flop Q63 il nostro avversario decide di cbettare con una size di poco inferiore alla metà del piatto.

La continuation bet su un flop del genere è abbastanza standard e decidiamo così di callare per rivalutare l’azione al turn.

D’altronde faremmo call anche con una top pair o con un progetto di scala o colore. Difficilmente potremo avere un range bilanciato di check raise in questa situazione a meno di inserire tutti i nostri combodraw oltre ai due set.

Avere semplicemente un range di check/call pare la scelta più indicata anche perchè possiamo in tal modo chiamare con un ampio range di mani in floating.

Il turn è un 9. Il vantaggio di avere un range largo e bilanciato al flop ci permette di non avere molte carte che fanno paura al nostro range al turn.

Se avessimo una donna il 9 sarebbe una bellissima carta, così come un 7 sarebbe stata una carta perfetta se avessimo avuto dei progetti.

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Dopo il nostro check l’avversario checka a sua volta.

Questa è sicuramente una buona notizia: se da un lato il nostro avversario ci dice di avere una mano con showdown value, afferma anche di non avere una mano di grande valore che avrebbe probabilmente bettato nuovamente su una blank come il 9.

Il river è un un 5 che è un’ottima carta per il nostro range che al flop era quello mostrato in grafica.

range floating

Come vedete il 5 aiuta notevolmente il nostro range di call al flop da big blind. Ora abbiamo varie combinazioni di doppia coppia, oltre a tutti i set e ai flush chiusi.

Il nostro avversario invece come combinazioni forti dovrebbe avere solo i possibili colori di cuori non forti che hanno deciso di comprarsi una carta gratis al turn.

Il suo range è quindi molto più sbilanciato verso mani marginali che hanno una sorta di showdown value come tutte le coppie comprese tra il 6 e la donna (tranne coppia di 9), una top pair non molto forte, o un 6 con un kicker migliore del nostro.

Tutte queste mani su una scary card come il 5 deciderebbero sicuramente di checkare dietro e comprarsi lo showdown gratis. Le mani che invece sono dei puri bluff su un nostro eventuale check probabilmente proverebbero a bettare in modo da farci foldare.

Come ovviare al problema? Trasformando la nostra mano (che a volte potrebbe essere la mano più forte) in bluff e puntando al river.

Rimane solo da decidere la size e ci sono due strade per la nostra scelta.

La prima è quella di bettare un importo piccolo in modo da non rischiare una grossa parte del nostro stack qualora il nostro avversario avesse per esempio chiuso flush draw.

La seconda invece ed è quella che preferiamo è quella di fare una grossa puntata.

Questa seconda via è preferibile perchè il range del nostro avversario è piuttosto debole e quindi difficilmente opterà per un hero call.

Inoltre il nostro range è molto forte e vorremo bettare (e vincere) una grossa somma con i nostri flush draw chiusi al river e i nostri set.

In questo caso per esempio una bet del 70% del piatto è la più indicata. Il nostro avversario ha infatti foldato mostrandoci una coppia di 8, segno che il nostro bluff è stato centrato!

Per decidere se il nostro showdown value sia da trasformare in bluff o meno dobbiamo vedere all’interno del nostro range se ci sono molte mani che opterebbero per una value bet al river.
Se la risposta a questa domanda è sì allora dovremmo provare a stealare il piatto ogni volta.
Se invece difficilmente abbiamo mani di valore che betterebbero nel nostro range sarà meglio checkare e sperare che il nostro showdown value sia sufficiente per assicurarsi il piatto.

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