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“Se non fossi un poker player?” Pier Paolo Fabretti tra aziende agricole… e filosofia
Questione di ‘sliding doors’. Vi siete mai domandati come sarebbe la vostra vita se vi fossero capitate cose diverse, se aveste fatto delle scelte diverse?
Per la serie “storie alternative” abbiamo chiesto al pro di PokerStars Pier Paolo Fabretti come sarebbe la sua vita se non ci fosse il poker… Che lavoro farebbe il fresco vincitore della leaderboard ICOOP?
Ecco la sua risposta:
“Nel mio caso non c’è nemmeno molto da pensare, perché la risposta c’è già: sto avviando un’impresa parallelamente al poker, ho fondato un’azienda agricola insieme alla mia compagna. Per adesso produciamo olio extravergine di oliva e vino, e abbiamo intenzione di sviluppare progetti legati alla sostenibilità, alle energie rinnovabili e alla digitalizzazione del lavoro in agricoltura. Quindi nel mio caso una cosa non esclude l’altra, anzi il fatto di giocare a poker mi ha permesso di sviluppare quest’altra realtà. Diciamo che in generale se non avessi giocato a poker mi sarebbe piaciuto scrivere e studiare filosofia, cosa che comunque continuo a fare da autodidatta.”
Ma cosa c’entra l’azienda agricola con il poker? Ok, non è obbligatorio che le due sfere abbiano dei punti in comune, ma anni di competenze e skill acquisite ai tavoli verdi daranno pure i loro frutti anche fuori dal puro contesto pokeristico, aiutando in qualche maniera nelle attività più disparate…
Abbiamo posto questa non semplicissima domanda a Fabretti ed ecco cosa ci ha risposto:
“Beh sicuramente l’esperienza maturata nel poker è molto utile per intraprendere una carriera imprenditoriale: il giocatore professionista è prima di tutto un bravo imprenditore, anzi direi che esserlo è qualità imprescindibile. Molti ottimi giocatori al tavolo hanno fallito nella carriera da professionista proprio perché non si sono dedicati a sviluppare anche tale aspetto del lavoro da poker pro. Se sei un giocatore professionista di poker hai già un’ottima base per intraprendere un’attività imprenditoriale, valutare il rischio, pianificare investimenti, stimare il ROI eccetera, oltre ad un buon allenamento mentale a sopportare lo stress che un’attività imprenditoriale può portare. Chiaramente questo non fa necessariamente di un poker pro un buon imprenditore, ma direi che può aiutare…”
Cogliamo la palla al balzo per scoprire come le skill del poker potrebbero essere utili in altri lavori: abbiamo chiesto a Pier Paolo quali lavori potrebbe fare se sul suo curriculum comparissero soltanto le competenze acquisite nella sua carriera di poker player:
“Non so, sicuramente potrei lavorare in aziende del settore gaming o magari nel settore finanziario, o comunque nello sviluppo di strategie di crescita per le aziende in generale. Credo anche di aver sviluppato in questi anni buone capacità di comunicatore (commenti eccetera) e quindi forse potrei lavorare in questo settore, per esempio mi piace moltissimo la radio come mezzo di comunicazione. Poi voglio aggiungere che una delle qualità che si sviluppano giocando a poker, che sicuramente può tornare utile per intraprendere altre attività lavorative, è la capacità di prevedere e anticipare le mosse dell’avversario e quindi pianificare strategie a lungo termine. Mi accorgo spesso che mantengo questo tipo di impostazione anche nelle attività extra poker.”