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il 2 Dic 2015

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Muoiono le speranze dei grinder: in Portogallo mercato chiuso sul modello francese

Muoiono le speranze dei grinder: in Portogallo mercato chiuso sul modello francese

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Nei mesi scorsi si è tanto parlato anche in Italia del Portogallo come nuova nazione che regolamentasse il mercato del poker online sulla scia di quanto fatto in altri stati europei come la Gran Bretagna.

Ieri, i politici dal Portogallo hanno fatto saltare in aria le speranze e le aspettative dei giocatori lusitani e degli operatori di poker.

Nel pomeriggio è infatti esplosa una bomba imprevedibile durante il convegno della Gambling Compliance: Manuela Bandeira, direttore del Servizio di Regulamentação e Inspecção de Jogos (Srij), l’organismo di regolamentazione del gioco in Portogallo, ha detto che il modello di regolazione del poker online in Portogallo sarà simile a quella francese, vale a dire, il mercato sarà inizialmente chiuso e potranno giocare solo i residenti.

Ha inoltre annunciato che ci sarà poi un periodo di transizione, con accordi di liquidità in comune con Francia e Spagna.

Si arriverà solo infine a un modello aperto in stile inglese aperto.

La notizia ha ovviamente generato un’ondata di reazioni negative nella comunità del poker portoghese, che ha considerato, a ragione, un tradimento dei politici quel che finora era stato dichiarato, cioè che la regolamentazione portoghese avrebbe seguito il modello britannico che ha avuto molto successo.

La conferenza è iniziata con il saluto del Vice Presidente per il Turismo del Portogallo (l’organismo a capo del Srij), che stava elencando le caratteristiche di base del quadro giuridico del gioco nella nazione lusitana.

E’ poi intervenuto Paulo Rebelo, presidente dell’Associazione nazionale dei giocatori online, che ha sottolineato la necessità di un sistema fiscale adeguato per prevenire il gioco illegale. Il riferimento alla questione delle tasse ha provocato la reazione dei rappresentanti delle camere e del governo.

Dopo pranzo è stata la volta dei relatori sul tema della pubblicità e delle licenze di gioco online e solo alla fine ha fatto la sua comparsa sul palco Manuela Bandeira, il cui nome sarà ricordato per sempre e con poco apprezzamento.

Ha condiviso un tavolo con altri due regolatori: gli spagnoli Juan Espinosa (DGOJ) e la francese Claire Pinson (ARJEL).

Bandeira ha detto che il Srij consapevole che ci sono operatori che offrono il poker online illegalmente pensa che la giustizia possa agire contro di loro vietando i pagamenti delle somme vinte.

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Sulla liquidità, la Bandeira ha detto che i negoziati erano ben avanzati per chiudere accordi con la Francia e la Spagna.

Queste parole hanno fatto da campanello d’allarme, perché fino a quel momento, i politici portoghesi avevano sempre lasciato intendere che il mercato regolamentato sarebbe stato aperto sul modello del .uk

Tra lo stupore dei presenti, hanno parlato il regolatore francese e spagnolo, ed entrambi hanno convenuto che in futuro gioverebbe l’unificazione dei mercati. Allo stesso modo hanno valutato positivamente la possibilità più lontana di avere un mercato europeo unificato, che però appare complicato dalle differenze di tassazione dei diversi modelli di regolamentazione negli Stati membri dell’Unione europea.

Bandeira ha rifiutato di dare date specifiche per la concessione delle prime licenze, rivelando che saranno concesse al più presto possibile e che gli operatori dovranno soddisfare determinati requisiti tecnici prima di poter aprire le loro piattaforme online.

Bandeira ha poi confermato il disastro: “In una prima fase il mercato portoghese, sarà sul modello francese, ma l’idea è che in futuro sarà come nel Regno Unito.”

L’incredulità iniziale è stata poi ulteriormente aggravata dalle successive dichiarazioni nelle quali Bandeira ha detto che ci potrebbe essere una “fase di transizione” tra i due modelli (inglese e francese), dove la liquidità sarà condivisa con la Francia e la Spagna.

La conferenza si è conclusa poi con un nuovo dibattito sui progressi fatti dalla Commissione europea per quanto riguarda la futura convergenza delle normative nazionali degli Stati membri.

Date le dimensioni del mercato portoghese, la scelta dei politici portoghesi appare poco comprensibile.

Ciò che appare chiaro è però che il Portogallo non potrà almeno per il 2016 essere l’Eldorado nè per i giocatori spagnoli che attendevano da molto tempo la regolamentazione portoghese nè per quelli italiani attratti da un clima e una cultura latina dove poter giocare liberamente sulle piattaforme internazionali.

L’altro punto focale emerso dalla conferenza è che non vi era la presenza dell’AAMS, l’epigono italiano di DGOJ, ARJEL e SRIJ che si tiene quindi fuori dalle trattative e fa capire come il ghetto italiano è destinato a continuare per lungo tempo.

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