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Il peggior downswing della carriera di Savinelli: “Grazie al mindset ho creduto sempre nelle mie skill”
Dopo esserci soffermati sui downswing più pesanti subiti da player prevalentemente online, adesso ci occupiamo di Carlo Savinelli, neo poker manager del casinò di Lugano, che ha creato il suo roll specialmente dal vivo, facendo bene sia nel cash game sia nei tornei.
Impegnato per l’imminente inaugurazione della poker room che dirige (14-15 dicembre), il professionista campano ci ha concesso un po’ della sua impegnata giornata per raccontarci qual è stato il periodo più nefasto della sua carriera.
“Non avendo un volume grande online, parlo della mia esperienza live. La mia è una voce fuori dal coro, infatti non ho mai subito swing troppo importanti. Al massimo ho perso cifre intorno ai 30.000€/35.000€, che sono abbastanza normali se giochi tornei e cash game high stakes. Non c’è paragone, quindi, rispetto a perdere i medesimi soldi online…”.
Abbiamo chiesto poi a Carlo quanto il mindset abbia retto in questi momenti bui, cosa non sempre banale anche per una persona che del poker fa il proprio lavoro.
“E’ una componente fondamentale, che molti sottovalutano. Ad esempio, ho alcuni amici veramente skillati che a causa del mindset hanno bruciato sia il talento che il bankroll. Io stesso, nei primi due/tre anni di poker, ho fatto degli errori, non curandomi troppo del mindset e della gestione del roll. Gamblavo più del dovuto perché mi dicevo che quei soldi persi li avrei recuperati. Sono convinto, comunque, che la forza psicologica valga quanto le skill”.
Perdere tanti soldi può far venir meno la sicurezza in se stessi e in quello che si sta facendo, portando alcuni addirittura a pensare di cambiare strada. Ma non è questo il caso del ‘Sindaco di Maddaloni’.
“Non ho mai pensato di smettere per un downswing perché, come detto prima, non ne ho mai subiti di troppo importanti. Talvolta ho pensato di mollare ma per mancanza di stimoli, perché magari mi affascinavano altre cose o perché non avevo voglia di giocare. Il mindset mi ha sempre aiutato, ricordandomi quello che avevo vinto, come lo avevo vinto, facendomi credere nelle mie skill e convincendomi che sarebbero arrivati periodi migliori”.
Badrunnare e perdere soldi, alla fine, influenza anche aspetti extra della vita di un pokerista? Carlo su questo ci ha risposto così.
“Si, ma qualsiasi tipo di downswing. Anche uscire da un tot di tornei live come può accadere alle WSOP o in un festival, influenza. Chi riesce a non farsi influenzare, secondo me, è veramente al top per quanto concerne il mindset. Sono sì bravo, comunque soffro a livello mentale e a volte ho scaricato la tensione nelle relazioni e nelle amicizie… e questo è un leak. L’ho corretto, ma mi è servito un po’ di tempo. Credo che tutti i pokeristi vivano ciò nei periodi di downswing e quando dicono ‘no, non mi influenza per niente’ sotto sotto sanno di mentire”.
Un periodo no può incidere sul gioco e sulle scelte legate a questo, ma è importante – secondo Savinelli – analizzare bene la situazione.
“Personalmente ho continuato a fare quello che facevo, confident di star facendolo nel modo giusto. Avendo un buon bankroll, non ho fatto level down anche giocando partite di un certo livello e neanche ho scelto tornei più piccoli cui partecipare. Uno deve esser bravo a capire se sta commettendo errori per le skill o se li sta facendo perché vive un periodo in cui gli manca la fiducia…”.
Ieri Saman Ziarati ha attaccato un po’ i colleghi, sostenendo che molti di loro si comportano come pecore, perché non sceglierebbero i tornei più profittevoli bensì quelli più gettonati. Abbiamo quindi chiesto così un parere a Savinelli su tale aspetto.
“Sono d’accordo, ci sono molti che fanno poca attenzione allo schedule live. Personalmente faccio un bello schedule, analizzo le varie problematiche, prediligo determinati buy-in e circuiti, comunque decido anche di prendere parte a dei tornei in cui so che non potrò avere, per fare un esempio, lo stesso ROI che avrei al WPTN di Bruxelles. Questo però lo si fa per fare esperienza, per abituarsi a un gioco diverso e per adattare il gioco a un flow diverso e più duro”.
Photo: Valentino Old