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Il ritorno al live dell’intellettuale Andrea Piva: “Il poker è stato comunicato come una pagliacciata per cerebrolesi!”
La tappa PPTOur San Marino vinta da Carmine Sansone lunedì notte ha registrato un gradito ritorno al live.
Dopo una assenza durata cinque anni, al Monte Titano si è infatti rivisto Andrea Piva, barese classe ’71, sceneggiatore di film di culto quali La Capa Gira, Mio cognato e Galantuomini e autore del libro Apocalisse da camera, prima di diventare poker pro nel 2009.
“Ho giocato l’ultimo evento live nel 2010 prima di uscire dalle scene per una serie composita di buoni motivi. Con Sisal non riuscimmo a trovare un deal per il rinnovo del contratto e nello stesso tempo non mi sono mai visto come un giocatore live… Monotablare per 26 ore è noiosissimo! Inoltre non ne potevo più di sentire racconti di mani. Quando frequentavamo i live con Maurizio Guerra lui inventò la cosa che chi ci voleva raccontare le mani doveva pagare 2 euro… Ebbene, c’era chi andava a prendere i soldi in tasca pur di potersi sfogare!”
La dinamica che ha portato Andrea ad allontanarsi dal poker, spiega, è stata molto simile a quella che lo portò ad abbracciarlo quando salutò la scrittura:
“Avevo smesso di scrivere il film che uscì nel 2008 e sentii che con la letteratura avevo finito. L’ambiente letterario mi faceva girare i coglioni, in pratica me ne disamorai proprio mentre mi innamoravo del poker. Quindi iniziai col giochino a pieno regime lasciando la scrittura a zero. Quando è iniziato a scemare l’entusiasmo per il poker mi è tornata la garra per la scrittura e quindi sono tornato a scrivere. All’inizio ho avuto la classica crisi da foglio bianco continuando a giochicchiare un po’ online, ma i tornei del dot it erano sempre più piccoli e non si riusciva a fare abbastanza volume per raggiungere profit decenti. Nel 2013 ho provato a giocare cash full time, però proprio in quel momento mi è venuta l’idea per il libro che volevo scrivere già da un po’. A metà 2013 mi sono messo a scrivere e per fortuna che col poker avevo guadagnato abbastanza per sostenermi”.
Visto che ha detto di aver sperimentato sulla sua stesse pelle la diminuzione del traffico online, abbiamo chiesto ad Andrea il parere di un intellettuale come lui sul declino del poker italiano.
“L’apertura del cash da noi è stata abbastanza mortifera perché non essendo il bacino di utenza italiano così cospicuo tantissimi giocatori sono andati broke o in frustrazione, visto che al cash non puoi sculare i massimi come coi tornei. Inoltre è calato l’entusiasmo per il poker in generale… A mio avviso la crisi è un discorso relativo perché la gente in questi frangenti si attacca alla speranza, e infatti i casinò online stanno aumentando i volumi. Per il poker credo che la flessione sia un po’ naturale dopo lo straordinario botto dei primi anni. Credo che tra un po’ inizierà a risalire piano piano, e poi si assesterà”.
Andrea riconosce che negli anni la comunicazione del poker non è stata impostata al meglio possibile:
“Avendo anche fatto parte di un progetto di comunicazione, credo ci siano stati degli errori che però non saprei dire quanto abbiano influito sul calo. Comunque, soprattutto sul versante della immagine si poteva fare molto molto meglio. Flavio Ferrari Zumbini è uno che è diventato così celebre perché capisci da subito che è uno di cui ti puoi fidare, già da come parla… E’ abbastanza evoluto da ispirarti il pensiero che il poker non è una roba da bisca, ma al tempo stesso questo non fu capito dalle room, che pensavano solamente a prendere player che facevano colpo sul field giocante, piuttosto che su quelli che non avevano mai giocato, che dunque lo vedevano come una pagliacciata per cerebrolesi. Invece di mettere giocatori forti avrebbero dovuto usare giocatori più svegli e puliti”
E racconta così il suo ritorno al live in quel di San Marino per il PPTour:
“Avevo appena finito il libro che parla anche di poker anche se ce n’è poco di poker giocato, ma il protagonista va a giocare un torneo… quindi è risalita la voglia. Ho sentito che Maurizio Guerra stava organizzando il torneo. Devo dirti la verità, di nuovo sta cosa delle mani è stata una noia mortale! L’ambiente è buono anche se il problema di San Marino è proprio San Marino. Torneo in sè è andato che peggio non si poteva: ho giocato due giorni di seguito per uscire in 40° posizione a pochi eliminati dall’in the money. E’ stato un po’ frustrante ma per il resto il gioco è andato come doveva, non credo di aver perso troppo smalto. Il field era bello, mi aspettavo una crescita maggiore rispetto a cinque anni fa”
Sul suo futuro con le due carte Andrea ha le idee chiare:
“Per altri cinque anni sono a posto… A meno che non faccia proprio i soldi col nuovo libro: a quel punto andrei all’EPT a buttare qualche diecimila euro a caso!”