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Il ruolo del testosterone nel poker: rende più sbilanciati e calling station
Pensate che gli uomini al tavolo verde abbiano una marcia in più?
Credete che le battaglie di durezza, avere “le palle” di fare una certa move, fare dei call “a sfida”, siano dei vantaggi derivanti dall’essere uomini?
Una ricerca sviluppata dalla rivista Nature è pronta a correggervi.
La rivista ha selezionato un campione di venti ragazze tra i 19 ed i 26 anni cui ha somministrato la stessa quantità di testosterone, per farle poi partecipare ad una partita di poker ed analizzare gli effetti dell’ormone sulla strategia del gioco. In una seconda sessione è stato somministrato anche un placebo per avere riscontri più attendibili.
La scelta di somministrare il testosterone a delle ragazze invece che ad individui di sesso maschile è dovuta al fatto che i parametri di reazione all’ormone nell’organismo sono più noti nelle donne che negli uomini.
Le ragazze si sono confrontate in una variante di poker Heads Up semplificata, creata dagli studiosi per limitare il numero di variabili e concentrarsi sui parametri che interessavano, ovvero il bluff, il discostamento dalla teoria ottimale e le frequenze di call.
Gli elementi essenziali del poker sono comunque stati preservati: la bet è su un pot comune, le mani hanno una loro gerarchia, ed esistono le possibilità di foldare, bluffare e chiamare. La particolarità è che le size adottabili sono soltanto due, di cui una (high) il triplo dell’altra (low).
Secondo la strategia ottimale di questo gioco, bisognerebbe sempre puntare la high bet con il top 33% di mani, mentre nel restante 66% dei casi bisognerebbe bluffare il 25% delle volte per non essere exploitabili.
Andiamo ora a vedere i risultati dell’esperimento:
Puntare in relazione alla forza della propria mano
I soggetti a cui è stato somministrato il testosterone dimostrano una correlazione più alta tra l’entità della puntata ed il valore della propria mano. Come sappiamo questo nel poker è un grande errore, visto che ci rende facilmente face-up.
Inoltre suddividendo il range di bluff in tre fasce di “forza”, emerge che il “cold-bluff” ovvero il bluff senza un briciolo di equity che basa le sue probabilità di vittoria esclusivamente sul fold dell’avversario, si riduce notevolmente nei soggetti sotto testosterone.
Frequenza di call
Come si nota dal grafico i soggetti ai quali è stato somministrato l’ormone hanno una tendenza significativamente più alta a chiamare le puntate avversarie.
Che questo possa essere dato anche dal flow del game non è dato saperlo, ma sicuramente si tratta di una strategia non profittevole, ancor meno considerando i range di bluff dei soggetti sotto testosterone.
Deviazione dalla strategia di equilibrio di bluff
Da questo grafico, che prende in considerazione solo il 66% delle mani peggiori, diventa ancora più evidente lo sbilanciamento dei soggetti influenzati dal testosterone: meno equity di vittoria ha la loro mano, meno essi tenderanno a bluffare e viceversa.
[pic courtesy of Nature]