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Frank Oberg, cliente n.1 della storia di PokerStars: “Il software era già ottimo, ma si giocavano MTT con 15 iscritti”
Sono trascorsi quasi 15 anni da quel cinque settembre 2001, quando lo svedese Frank Oberg conobbe PokerStars.
Non ebbe difficoltà nel trovare un nickname: era infatti il primo ‘cliente’ della poker room, il primo account registrato. E pensare che PokerStars era ancora in fase di lancio, dunque non del tutto funzionante.
Da fan delle ‘Spice Girls’ – gruppo britannico tutto femminile in voga allora – senza neppure troppe riflessioni, scelse come screen-name ‘SpicyF’ e la cosa curiosa, tra l’altro, è che lo scandinavo gioca tuttora. Una bellissima storia d’amore, insomma.
In questi anni ha visto l’evoluzione del poker online, da quei tornei multitavolo con neanche 15 player iscritti fino agli ‘Spin&Go’, ottimali per essere ‘consumati’ con lo smartphone.
Ha visto nascere il WCOOP, lo Zoom, così come c’era quando il greco ‘microulis69’ – fortunato quasi quanto ‘tritolo777’ – vinse il premio per aver preso parte alla mano numero 100 bilioni. Era il 2013 e incassò dal nulla 103.800 dollari.
Anche Frank, comunque, non può dirsi sfortunato. Toccò a lui, infatti, la stessa sorte del player greco ben undici anni prima, nel 2002: fu coinvolto nella mano numero 20 milioni e prese un bonus – che oggi sa quasi di ridicolo – di 500 dollari.
“Il numero dei giocatori – ha dichiarato Frank a PokerStars – è il più grande cambiamento che ho visto nel corso di questi anni. C’erano pochissimi giochi quando ho iniziato e poche le specialità presenti!”.
Allora c’erano molti siti di betting che offrivano anche il poker, decisamente profittevoli perché provavano la novità persone che risultavan dei veri e propri ‘fish’.
Oberg, però, rimase colpito da un aspetto che, a distanza di tempo, rappresenta ancora uno dei punti di forza della poker room: “Dal primo giorno ha avuto un software ottimo. Molti altri siti a quel tempo utilizzavano le applicazioni Java, che erano lentissime e poco fluide. Pure il support era già il top: mandavi una e-mail e in pochi minuti ricevevi una risposta…”.
Lo svedese, poi, ha parlato dello stile di gioco, nel 2001 piuttosto diverso da quello in voga oggi. Grazie a un po’ di aggressività – che non era di certo cosa comune – riuscì a scalare senza troppa difficoltà i livelli del cash game.
“Sin dall’inizio adottai una strategia aggressiva, che si dimostrò di successo. Mi piace pensare, comunque, che il mio gioco si sia adattato ai cambiamenti, perché l’approccio al poker online si è modificato radicalmente. Allora giocavo soprattutto limit hold’em e no limit hold’em, poi ho scoperto l’amore per il pot limit omaha…”.
Tra gli obiettivi raggiunti online, Frank Oberg – chiaramente su PokerStars – è riuscito a strappare un ticket per il Main Event WSOP 2004, ovvero l’edizione dopo il successo ‘cambia-poker’ di Chris Moneymaker.
Ed ecco il grafico overall del primo giocatore di PokerStars, che ci fa anche capire quando è entrato in funzione Sharkscope: il primo game trackato risale infatti al 3 maggio 2005.