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Alec Torelli: “La GTO non ucciderà il poker, dilettanti e professionisti esisteranno sempre…”
Il professionista statunitense Alec Torelli – stuzzicato sul sito di domande e risposte ‘Quora’ – si è lanciato in un’interessante riflessione riguardo il poker, quello che il nostro gioco preferito potrà essere in futuro.
Partiamo dalla domanda che è stata posta da un utente: è la GTO l’inizio della fine del poker?
Per chi ancora non lo sapesse, GTO è l’acronimo di Game Theory Optimal, per semplificare le cose la potremmo definire la strategia ottimale per giocare a poker, che rappresenterebbe, quindi, la risoluzione del texas hold’em.
Alec parte facendo una riflessione tanto semplice quanto illuminante, che annulla la possibilità che il poker venga risolto: ci sono molti appassionati che, pur amando il gioco, non spendono e non spenderanno mai troppo tempo per imparare la GTO, bilanciare i range e così via.
Il professionismo nel poker, di conseguenza, esisterà sempre e ci saranno anche tra anni persone che guadagneranno a discapito di altre, le quali siederanno al tavolo solo per il piacere di farlo, con la consapevolezza di non essere perfette con due carte in mano e le chips davanti.
La partita che il poker si gioca – e lo spiega in maniera decisamente illuminante Alec – è complessa ma battibile.
Secondo lui infatti – come è accaduto ad esempio al trading – il nostro gioco preferito deve riuscire a staccarsi di dosso quell’etichetta fastidiosa di ‘gambling game’, riuscendo così a elevarsi a qualcosa di più alto: la gente così saprà che la fortuna è sì un fattore presente, ma dovrà anche arrivare ad apprezzare le skill, le capacità, di chi gioca a carte con successo.
Questo salto di qualità, seppur siano sport molto differenti dal texas hold’em, lo hanno compiuto – spiega Torelli – sia il tennis sia lo snowboard: il miglioramento della tecnologia ha permesso una ‘popolarizzazione’ delle due discipline, magari è più complesso arrivare al top, ma mediamente c’è una maggior consapevolezza di quanto sia difficile fare del tennis e dello snowboard un vero e proprio lavoro.
Il poker, quindi, avrebbe bisogno di sempre più esempi capaci di mostrare alla massa quanto le skill siano prevalenti rispetto alla fortuna e tanto ha fatto, pensa Alec, il campione del mondo Martin Jacobson in occasione del final table del Main Event WSOP del 2014, che ha poi vinto.
E’ stato una macchina perfetta in quell’occasione, ha giocato in maniera esemplare, tanto che per lo spettatore medio non è stato aiutato dalla buona sorte, bensì da un’attenta preparazione.