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Andrea Crobu: “Mi fa piacere avere genitori orgogliosi di me, ma non è facile parlare degli swing…”
“Ah ecco cos’erano le 90 notifiche dopo il risveglio! 😀 Grazie a tutti! 🙂 “
Come ogni grinder che fa le ore piccole, Andrea Crobu si è svegliato a metà pomeriggio, trovando sulla sua intasata bacheca di Facebook una sorpresa che sicuramente gli ha fatto scattare il sorriso più di quanto può fare il caffé.
La madre di Andrea ha pubblicato l’ultimo trofeo vinto da suo figlio ad un torneo live (una “parrocchia carina” dice Crobu), senza nascondere un grande orgoglio per le skill di Antiregs: “Questa mattina il mio risveglio è stato cosi… Il mio campione, il mio figlio più piccolo, ha vinto ancora… Perché chi crede nei propri sogni e fa di tutto per realizzarli alla fine vince sempre.. Andrea siamo fieri ed orgogliosi di te! ”
Sotto la foto di Crobu senior che regge la coppa del figlio, like e commenti a perdita d’occhio da parenti e amici: deve essere ben gratificante avere tutto questo tifo, soprattutto in una disciplina come il poker che purtroppo la maggior parte delle volte non viene facilmente accettata da chi ci sta intorno.
Abbiamo approfittato dell’occasione per scambiare due chiacchiere con Crobu sull’importanza di avere dei parenti che lo supportano… ma hanno preso bene la cosa già all’inizio?
“Ovviamente no! Da quando ho iniziato a giocare sul serio ho iniziato pian piano ad abbandonare la scuola e non è stato facile spiegare che questo non era un gioco di fortuna (che comunque ovviamente c’è) perché un genitore vuole che il proprio figlio continui gli studi. Però avevo capito che non c’era tanto margine di guadagno long term sul punto it e mi sono trovato davanti ad una scelta: studiare gli ultimi 2 anni o fare profit in quei 2 anni. Alla fine ho scelto la seconda opzione perché ho considerato che anche trovare un lavoro non sarebbe stato semplice e poi non avevo intenzione di andare all’università. Quindi ho parlato con i miei, ho detto loro che avrei lasciato la scuola e avrei preso il diploma più in là, e in questi 2, 3 o 4 anni in cui si può ancora giocare cercherò di vincere il più possibile! Dopo le prime vincite si sono resi conto che è stata un’ottima scelta e pian piano hanno appoggiato la mia idea.”
Come si può immaginare, neanche i genitori che ora vantano la bravura a poker del figlio sono sempre stati entusiasti della sua scelta, ma una chiacchierata, una promessa di finire gli studi e una buona determinazione hanno cambiato le cose:
“Erano molto contrari, cercavano sempre di dirmi che stavo facendo una scelta sbagliata, ma anche con con la mia giovane età avevo già capito che probabilmente di questo giochino avrei fatto qualcosa! Facevo sessioni che duravano tutta la notte e andavo a scuola in after, sarebbe stato un suicidio! Alla fine un’assenza di qua, una di là e ho abbandonato tutto! Ho promesso che comunque mi diplomerò tramite scuola privata appena sul .it non ci sarà più nulla. All’inizio anche alcuni parenti non l’hanno presa benissimo, dato che non ho mai parlato con loro dell’argomento e pensano giustamente che sia tutto un azzardo…”
Aver superato questo muro (per molti ancora invalicabile) deve essere gratificante, e probabilmente incide in maniera positiva anche sul gioco di per sé. Vediamo se Andrea conferma o smentisce:
“Beh, penso che siano parecchio fieri di me, questo a me fa piacere e continua a farmi giocare più sereno e tranquillo! Aiuto tanto in famiglia, penso sia un dovere, l’unica pecca è che quando i miei mi vedono un po’ giù di morale mi chiedono: ‘Hai perso andre vero?’ e quando rispondo ‘Sì mamma, ho fatto -10K oggi!’ non la prendono benissimo… 😀 Ho passato anche notti dove persi veramente tanto e pensavo tra me e me che avevo fatto una cazzata a mollare gli studi per poi buttarmi sul giochino. Pensavo a cosa dire ai miei e stavo tutta la notte a pensare, ma era solo tilt ed il giorno dopo mi rialzavo determinato con la convinzione che non potevo buttare tutto all’aria; una bella pausa e riprendevo a giocare”
Nonostante l’orgoglio dei genitori, quando il “breve termine” è antagonista non è mai facile parlarne… Giocare high stakes significa vincere tanto, ma anche perdere tanto, e vedere sfumare uno stipendio di un anno non è mai facile:
“Cerco di spiegare le dinamiche, ma ogni volta è sempre un’ansia quando ne parlo! L’unico errore è rapportare i soldi del gioco con i soldi della vita reale, ma anche io quando swingo grandi cifre penso sempre che avrei potuto dare grossi aiuti in famiglia… però gioco questi livelli ed è normale swingare così, poi quest’anno sto facendo delle montagne russe incredibili e non è facile conviverci e spiegare sempre ai genitori la solita minestra. I miei fratelli/sorelle capiscono prima e hanno meno paranoie, ma anche loro non sono contenti quando swingo 5 stipendi in una notte! È un errore principalmente mio, sbaglio a non considerarli swing standard ma a pensare a cosa potrei fare con quelle cifre, ma ho intenzione di provare ad andare via da casa un po’ questa estate anche se non sarà facile stare lontano da famiglia ed amici.”