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“Ero un ludopatico ma ora ho soldi per i prossimi 80 anni: addio poker!” La nuova vita di Peter Eastgate
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Oltre 11 milioni vinti in tornei live possono essere sufficienti per dire ‘basta con il poker’?
Per il vincitore del Main Event WSOP 2008, il danese Peter Eastgate, la risposta alla domanda è ‘sì’.
Dopo un lungo periodo di inattività seguito a un precedente ‘quit’, il trentunenne è tornato questi giorni ai tavoli verdi per il WSOP Circuit in corso in Georgia, e in una intervista ai colleghi di PokerListings ha rivelato di essere definitivamente un ex-giocatore:
“In questi anni non ho fatto granchè: da Londra sono tornato in Danimarca nel 2013 e ho provato a studiare biomedicina, ma ho toppato quattro esami su quattro e non ho potuto continuare. Adesso sto cercando nuovi obiettivi…”
Peter conferma di aver perso tantissimi soldi un paio di anni fa nelle scommesse sportive, ma sostiene di avere comunque un capitale che gli permetterà di sostenersi per i prossimi 70 o 80 anni, anche grazie a qualche accorgimento:
“Sono economicamente indipendente e ho cambiato il mio stile di vita: le mie spese sono ora quelle di una persona normale, non vivo il jet-set e non ho nemmeno una macchina. Non ne ho bisogno visto che in Danimarca puoi facilmente arrivare in bicicletta ovunque.”
Il numero 1 nella All Time Money list danese spiega che oggi segue il poker molto di sfuggita, e in futuro al più si concederà qualche sporadico ritorno al tavolo verde, proprio come è accaduto in Georgia, dove ha anche preso parte a qualche sessione cash 1-2€.
Di certo, spiega Eastgate, se guarda al passato non si aspettava che questo giorno sarebbe per lui arrivato:
“Quando ho iniziato a giocare, dieci anni fa, pensavo che avrei giocato a poker per il resto della mia vita. Quando sentivo qualcuno dire che tutto quello che voleva era guadagnare abbastanza soldi per essere indipendenti e poi quittare, non lo potevo capire… Invece è proprio quello che ho fatto io! Nel 2010 mi sono reso conto di aver raggiunto l’apice. Ero stanco dei cambiamenti di umore legati all’andamento del gioco ai tavoli. Probabilmente avrei fatto meglio a continuare a giocare senza rischiare i miei soldi. Ero dipendente dal gioco, un gambler degenerato… Ma poi ho capito. Mi considero molto fortunato. Avrei potuto incappare in un grosso downswing e perdere buona parte di quello che avevo vinto, ma per fortuna non è successo. La mia intelligenza è nella media probabilmente, e non credo che fossi predestinato a vincere così tanti soldi. Sono nato al momento giusto e mi sono buttato nel gioco al momento giusto”