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il 20 Mag 2016

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L’ascesa di Marcello Marigliano su Full Tilt Poker: “Cates e Antonius mi facevano vedere le carte!”

L’ascesa di Marcello Marigliano su Full Tilt Poker: “Cates e Antonius mi facevano vedere le carte!”

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Flashback. Autunno 2007. Marcello Marigliano, grande appassionato di poker a 5 carte, sente parlare di questo nuova variante americana. Decide dunque di aprire un conto gioco su Full Tilt Poker, piattaforma di riferimento dell’epoca, sulla quale decide di versare 600$.

Marcello si approccia ai tavoli con la spensieratezza di tutti coloro che testano il poker online per la prima volta. Tanto entusiasmo e un pizzico di timore. Ma giusto un pizzico. Disattendendo le norme di bankroll managment inizia subito con qualche partita cash al NL100 e pian piano inizia a salire. Salire. Salire ancora.

Qualche mese dopo, “luckexpress10” è seduto ai tavoli 500$/1.000$ e se la gioca a viso aperto contro i più forti player del globo:

“Tutto partì come un gioco. Io venivo dal poker all’italiana, ma di questo Texas Hold’em sapevo poco o nulla. Nonostante tutto riuscii subito a capire alcune dinamiche del gioco e fui in grado di moltiplicare esponenzialmente quel primo deposito. Senza paura mi schierai a tavoli sempre più alti e nel giro di un anno o poco meno ero lì a giocarmela con ‘sbrugby’ [Brian Townsend, ndr.], ‘jungleman12’ [Daniel Cates, ndr.] e ‘Patrik Antonius’. Tutti volevano giocare contro di me. Tutti pensavano fossi un businessman con un capitale illimitato e giocasse per puro divertimento. E’ chiaro che tecnicamente erano molto più preparati di me, ma avevo trovato un escamotage per riuscire a giocarmela ad armi pari! Nella stragrande maggioranza dei tavoli in cui mi sedevo, specie heads-up, chiedevo ai miei avversari di girare le carte al termine di ogni mano, altrimenti non avrei giocato. Convinti che le loro skills l’avrebbero comunque fatta da padrone, accettavano e si sedevano, non sapendo quanto fosse importante per me prendere quel genere d’informazioni. Eh sì, era proprio un’altra epoca…”

Marcello diventa una vera e proprio icona dell’high stakes online. Tutti parlano di questo misterioso ‘crazy italian player’. Lui continua a vincere. E qualche tempo dopo inizia viene preso di mira anche dal Dio della specialità, Tom ‘durrrr’ Dwan. I due arriveranno poi a scontrarsi in un memorabile heads-up live, in cui Marcello mise a segno un bluff a dir poco epocale:

httpv://www.youtube.com/watch?v=j7eRyriVpDc

“Tom, proprio come me, faceva tantissimo affidamento ai tell, sia online che live. Ma dal vivo ero certo di avere più esperienza. Quel bluff, difatti, fu basato quasi esclusivamente unicamente su un tell che mi diede quando decise di puntare al river. La sua mano, difatti, non aveva la stessa ‘sicurezza’ delle puntate fatte in precedenza. E’ difficile spiegarlo, è proprio questione di sensazioni al tavolo. Impercettibile agli occhi di uno spettatore. Convintomi non avesse nulla, decisi di andare all-in al river nonostante fosse sostanzialmente committato, e mi andò bene…”

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Il gioco spettacolare, ma estremamente varianzoso di Marcello lo portò quasi inevitabilmente a vivere un lungo periodo di downswing:

“Raggiunsi cifre davvero rivelanti. Ma nel gioco si vince e si perde. E 3 anni dopo quella ricarica, la cassa segnava 0. Non ne feci un dramma; in fondo tutti i soldi che mi ero giocato erano soldi vinti! Quel periodo comportò anche un importante dispendio fisico-psicologico. Per questo non ricaricai. Avete capito bene: il mio saldo finale su Full Tilt è di -600$!”

Fatta eccezione per qualche partita di cash game live, Marcello capisce che il giochino si sta evolvendo alla velocità della luce e nel 2012, al termine delle WSOP, capisce che è ormai tempo di pensare ad altro:

“Penso che in ogni ambito ci siano dei più e dei meno. Quando i meno iniziano a farsi sempre più rari diventa un problema. Il gioco online in quegli anni visse un boom clamoroso. Sia di traffico che di qualità. Tutti studiavano, tutti miglioravano. Non essendo mai applicato in maniera specifica alla teoria del gioco, ho capito che sarebbe stata dura tornare a giocare certi livelli e mi sono pian piano defilato. Ora mi diletto perlopiù con il betting e seguo il poker sporadicamente: so che Dario Sammartino ha raggiunto livelli importantissimi e sono davvero contento perché è un bravissimo ragazzo e già nei primi high stakes Italia aveva fatto intravedere un gran talento. Degli altri so poco e nulla. Non so bene che fine abbiano fatto Dwan, Antonius e gli altri, ma se non sbaglio quel ‘jungleman’ ha fatto ‘carriera’. E a dirla tutta c’era da immaginarselo: probabilmente è stato lui il player che più mi ha impressionato nell’era Full Tilt. Non tanto per le sue qualità, quanto per la capacità di adattamento. Quando capiva di aver fatto un errore, correggeva immediatamente il suo gioco.”

Non a caso, dopo il black friday, Daniel Cates era il giocatore con la più alta somma congelata su Full Tilt Poker: circa 8.000.000$!

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