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Zumbini a Repubblica: “Lo studio e l’analisi del gioco prevalgono sull’alea!”
Per noi dell’ambiente sono concetti ormai assodati, per la nostra società, che lo ha sempre dipinto come un gioco d’azzardo, per chi pensa sia soltanto un hobby o chi ne ha solo vagamente sentito parlare, sono parole che possono aprire gli occhi.
Pochi giorni fa, Flavio Ferrari Zumbini ha rilasciato un’intervista a “La Repubblica“, sezione Economia e Finanza del portale online, nel quale cerca di spiegare, ancora una volta, quanto sia preponderante l’aspetto scientifico/matematico, a dispetto di quello aleatorio, in quel giochino chiamato Texas Hold’em.
L’uomo a rombi, che sarà costretto a saltare le prossime WSOP per problemi burocratici, si è espresso con la consueta chiarezza, necessaria quando il lettore è tutt’altro che ferrato sull’argomento:
“L’industria del poker si è staccata da tempo dai concetti del puro azzardo ed è composta da un mercato sostanzialmente diviso in due: gli amatori che puntano, spendono e in generale giocano per puro divertimento e quelli che analizzano il gioco su basi scientifiche, quasi a volerlo risolvere in una articolata equazione matematica. Comprendere il gioco sul piano matematico porta a distaccarsi dai concetti di fortuna, sfortuna e soprattutto di speranza che si verifichino determinate circostanze. L’applicazione delle scienze statistiche al gioco porta a costruire un piano di lavoro basato sul calcolo delle percentuali di uscita di un numero, di una carta, sulla possibile ripetizione di un evento.”
Approfondendo il discorso, lo Zumbo prova dunque ad illustrare il concetto di multitabling e guadagno orario:
“Nel 2008, nei giorni del boom degli skill game sulle piattaforme italiane, sono arrivato a tenere aperte fino a 26 schermate di gioco in contemporanea. Non proprio semplicissimo. In quelle fasi di gioco l’aspetto strettamente ludico scompare. Viene fatta una valutazione esclusivamente legata al numero di volte necessario a ripetere una determinata sequenza di gioco per trasformarla in un guadagno. È in quel momento che il gioco è più assimilabile a quello che avviene in una transazione finanziaria. Ed è frequente sentire i giocatori parlare di ‘guadagno per ora’. Magari nella singola partita risulti perdente ma se quel concetto lo stressi per un numero molto elevato di partite e di ore impiegate, allora ti renderai conto di poter arrivare a calcolare un piccolo guadagno capace di crescere quanto più è sviluppata la mole di gioco.”
In ultimo, dopo aver effettuato un parallelismo con il mondo della Borsa, Flavio conclude il suo intervento rimarcando l’aspetto scientifico del gioco:
“Poker e Borsa sono ambiti diversi, ma il solco è lo stesso. Il punto di partenza è l’analisi. Il modo in cui si studia un grafico è il medesimo, l’oscillazione di una quota e la risposta magari data su quello stesso evento da un provider di un altro continente, portano a un inevitabile parallelismo con gli analisti di borsa. Il Texas Hold’em è inserito in un contesto industriale nel quale ogni singolo segmento, dai palinsesti di betting, a quelli di skill game, fino alle più classiche schermate di tavoili digitali, finisce per rispondere a logiche che richiamano inevitabilmente le scienze statistiche”.