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Domande e risposte con Doug Polk: “Qual è il limite minimo da giocare per vivere di cash live?”
Doug Polk, mentre comanda il chipcount dell’evento WSOP Tag Team, continua a dare lezioni e consigli sul canale YouTube della sua scuola, Upswing Poker.
Questa volta Polk ha deciso di dare spazio ai fan e fare un video “Q&A”, ovvero un video nel quale risponde a tutte le domande più interessanti del pubblico.
Molte domande interessanti riguardavano la carriera di giocatore live: è stato chiesto che limiti consiglia di giocare, e se è possibile vivere giocando il $1/$2 a Las Vegas.
“Una buona regola generale è di non giocare i limiti più alti disponibili in casinò, perché è lì che si concentreranno tutti i giocatori più forti. Cercate un livello più basso perché i giocatori forti, i giocatori con un grande ego e tutti i player pericolosi vi lasceranno il campo libero, ricordatevelo. Vivere giocando $1/$2 a Vegas? Direi di no, penso che il $2/$5 sia il livello minore da grindare per vivere, e comunque credo sia difficile vivere e ingrandire il proprio bankroll a quel limite. Io non consiglierei di giocare a poker professionalmente sotto il $5/$10, ma se giocate $2/$5 lavorando duramente e con poche spese allora si può fare.”
Polk poi approfondisce il discorso, spiegando che aumentare il proprio bankroll è un lavoro necessario per un giocatore di poker, e che sia molto difficile da fare a livelli bassi.
“Il problema del poker è che un downswing può sempre colpire duramente il nostro roll, e la quantità di soldi che abbiamo alle spalle influenza molto la nostra abilità di fare soldi. La regola fondamentale è che dobbiamo giocare un livello che ci consenta di pagare e crescere: pagare le nostre spese e far crescere il nostro roll. Questa è una cosa difficile ma possibile al $2/$5, ma non credo che si possa fare al $1/$2… ipotizziamo che siate un giocatore ultravincente e facciate 10bb/ora (che con la rake a quel limite non è facile), vincete $20/ora che per 100 ore al mese fanno $2.000, che non possono bastare per vivere e aumentare anche il nostro bankroll. E soprattutto considerate che c’è una grande differenza tra giocare 40 ore a poker o passare 40 ore in un ufficio. Livelli di stress a parte, se lavorate male in ufficio il vostro capo non viene a dirvi ‘mi dispiace, hai lavorato male e ci devi $1.000’…”
Il Q&A continua con alcune hand analysis, che magari proporremo in futuro, ma anche qualche altra domanda interessante che vale la pena riportare.
Q: “Qual è la tua opinione sul Run It Twice? Sempre attivo? Occasionale?”
Polk: “Se è gratuito (in alcune partite si paga una minima tassa) dovrebbe essere sempre attivo, perché tutto ciò che fa è diminuire la varianza, e minimizzare la varianza è fondamentale per costruire il roll più velocemente e scalare i livelli prima possibile. Ha anche un buon impatto sul benessere mentale: con alta varianza c’è il rischio di giocare peggio, fare più errori, o comunque farsi domande sul proprio gioco, pensando solo agli all in persi e mai a quelli vinti. Direi in generale di usare sempre il R.I.T, a meno che non siamo contro un avversario in forte tilt, che se perdesse quella mano potrebbe giocare in D-game. In questo caso però anche noi dobbiamo avere la certezza di sopportare tranquillamente la sconfitta.”
Q: “In termini di balancing, qual è il tuo rapporto valore/bluff postflop?”
Polk: “Domanda interessante: dipende dalla street, dal board, dalle size. Ad esempio se c’è un piatto da $100 e tu vai all in per $4.000.000, dovresti avere almeno il 50% di bluff e di valore. Sembra assurdo, rischiare 4 milioni così al 50%? Sì, ma se bluffassi più del 50% delle volte oppo potrebbe exploitarti chiamando sempre, mentre se valuebettassi più del 50% delle volte, oppo dovrebbe foldare sempre. Quindi al river se puntiamo forte cercheremo di mixare metà e metà, se puntiamo poco cerchiamo di sbilanciarci verso il valore. Nelle streets precedenti invece possiamo bluffare un po’ di più perché abbiamo comunque equity o possibilità di improvare. Quindi dipende dalla street: pre-flop potremo bluffare di più mentre al river dovremmo cercare di dare un senso al rapporto pensando alla nostra size.”