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il 22 Lug 2016

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Il peggior downswing di Antonio ‘barcia961’ Barbato: “Se gioco bene non mi interessano gli swing, ma se faccio errori impazzisco”

Il peggior downswing di Antonio ‘barcia961’ Barbato: “Se gioco bene non mi interessano gli swing, ma se faccio errori impazzisco”

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Ormai è chiaro a tutti: non esistono giocatori con super poteri che li rendano immuni dai momenti di cattiva sorte.

Tutti i “Vai sempre tu” e i “I professionisti non perdono mai” che vi capita di leggere non rispecchiano la verità. Tutti perdono prima o poi, la differenza tra i giocatori migliori e il resto del mondo sta solo nel saper assorbire i momenti di downswing.

Ed ecco che giocatori come Erion Islamay e Alberto Prastani trasformano le sconfitte in uno stimolo per migliorare, Andrea Crobu scopre nel downswing la prova definitiva per capire se ha scelto la strada giusta, Andrea Dato trova nella bad run un modo per migliorare la sua pace interiore.

Andiamo ad approfondire il discorso con uno che di games ne ha giocati a centinaia, inevitabile se si ha la TLB di PokerStars nel mirino, Antonio ‘barcia961’ Barbato:

“Non so quale sia il peggior downswing della mia vita… ad esempio adesso ho fatto due settimane da -€8.000, anche tre-quattro mesi fa ho swingato 8K. Diciamo che ogni tot tempo capita un downswing più o meno della stessa entità, è una specie di ciclo. Non ricordo di preciso quale sia stato il periodo in cui ho swingato di più, ho sempre avuto swing tra gli €8.000 e i €10.000. Ne avrò avuti almeno cinque e durano di solito in paio di mesi con il mio volume.”

Essendo bad run piuttosto regolari, è interessante notare come si sviluppi una certa resistenza ai momenti di sfortuna:

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“Diciamo che ci ho fatto l’abitudine… Provo a rivedere il mio gioco confrontandomi con altri player o con il mio coach, e se sto giocando bene non mi interessa il fatto di swingare. Se sbaglio io invece impazzisco. Il primo downswing è stato a marzo 2014. Avevo €3.000 di roll, giocavo tornei fino a €30 e man mano che salivo inserivo gli altri. Quindi tutta l’estate ho giocato 1K di spending con €8.000 in cassa. Diciamo che mi è andata ‘bene’ fino a ottobre, quando mi sono ritrovato con solo 1K in cassa. Quello è stato il mio swing più duro, anche a livello psicologico…”

Il poker è un gioco dalla forte componente psicologica, e se questa viene danneggiata non va per niente bene:

“Capisci, quando di solito giochi tutta la schedule, un giorno apri la lobby e non puoi registrarti a quelli alti perché il bankroll va man mano a scendere… è una situazione strana. E la questione di aver perso tutti quei soldi mi faceva impazzire, all’epoca non ero ancora esperto. Per fortuna avevo un po’ di rakeback da scaricare e così sono ripartito a giocare i tornei fino ai €30. Il gioco ne aveva risentito, avevo perso fiducia, ma mi ero messo sotto per capire dove sbagliavo e in un mese e messo mi sono ripreso. Poi è arrivato il titolo ICOOP…”

Purtroppo il pokerista freddo calcolatore senza emozioni non esiste, e le oscillazioni del nostro gioco diventano anche oscillazioni della vita. Ma in fondo è normale, è una caratteristica comune a tutti i lavori…

“Sì, questo swing ha influito anche nella mia vita all’infuori del poker, per forza. Anche se cercavo di staccare le cose, un po’ è normale che influisca. È come avere un ristorante che non va, quando torni a casa ovviamente ci pensi. Adesso che sono più ‘maturo’ come giocatore non è che non ci penso più. Ci penso comunque perché il poker è la mia vita ormai, ma cerco di essere razionale e non farmi influenzare troppo dai risultati.” 

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