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Luca Stevanato lascia la Slovenia: “Non so ancora dove andrò, ma il posto ideale non dev’essere lontano da casa…”
E’ passato un po’ di tempo da quella notizia che – arrivata come un fulmine a ciel sereno – fece sobbalzare dalla sedia i grinder sloveni: game over, niente più PokerStars.com a soldi veri da là.
Un’estate da qualcuno sfruttata per capire cosa fare, tra scelte non semplici da prendere e riorganizzazione di una vita che, a pochi passi dal confine italiano, era ideale per chi del poker ha fatto il proprio lavoro.
A lasciare la residenza in Slovenia è stato anche il veneto Luca Stevanato, che giusto ieri ha postato su Facebook alcune foto che testimoniano il trasloco da quella casa che in primavera, in mezzo a tante soddisfazioni, gli ha regalato un titolo SCOOP.
“Ero a Las Vegas – racconta Luca ricordando quel 1 luglio – e fui svegliato di colpo da Angela, la mia ragazza, che lesse un articolo a riguardo. Son rimasto tutto storto. Stavo passando il miglior periodo e sentivo di star facendo progressi anche nel gioco. Mi sentii spiazzato, perché la chiusura dei conti sarebbe avvenuta solo tre giorni dopo e io sarei stato dall’altra parte del mondo per altri 15 giorni. Tra poco inizieranno i vari campionati, tra cui il WCOOP, e molto probabilmente non farò in tempo a sistemarmi. Vedere tutto complicarsi di colpo mi ha smontato in generale, non avevo nemmeno voglia di pensare a eventuali soluzioni. Adesso invece son qui che valuto alcune destinazioni, tra cui Austria e Svizzera. Preferirei quest’ultima, ma è difficile per tanti motivi… anche se qualche speranza c’è”.
Abbiamo chiesto a Stevanato, dunque, quali caratteristiche debba avere la città/il paese che sceglierà.
“Un mercato regolamentato, non voglio più incappare in una situazione come quella della Slovenia. In primis, comunque, deve essere vicino a casa. Devo poter muovermi in macchina e tornare quando voglio. A volte tornavo in Veneto post sessione perché avevo voglia di staccare per qualche giorno, tanto avevo appena un’ora e mezzo di viaggio. Ho il bisogno di trascorrere del tempo a casa mia, di stare col cane, con mio padre, con le mie sorelle. Senza dimenticare gli amici. Dopo quasi 5 anni di grinding, di cui tre come una macchina e un anno e mezzo lontano da casa, ho necessità di ritrovare alcune cose che ho sacrificato volentieri in questo lasso di tempo, ma che ora sento di dover ritrovare. Ammiro colleghi e lavoratori che stanno distanti da casa per mesi, io non son tagliato per certe cose, il mio poker ne risentirebbe. Nella scelta non valuto la bellezza del posto, tanto farei il pendolare, l’importante è che la casa sia carina e le strade anche. Per il resto va bene tutto, tanto non vado a divertirmi ma a lavorare…”.
Nonostante tutto, è impossibile che Luca torni in pianta stabile sul punto it.
“Dopo la sculata del 24 maggio allo SCOOP, ho giocato un’altra sola sessione il 6 giugno prima di Las Vegas, dove sono rimasto fino al 17 luglio. Una volta tornato sono stato a casa mia, senza mai aprire la lobby. Fossi in altre situazioni economiche/di bankroll non esiterei a grindare sul punto it in attesa di novità, ma vista l’annata fortunata mi sono concesso un periodo di stacco totale, anche perché avevo la testa impegnata in altre cose. L’idea era quella di riprendere a settembre. Spero di risolvere tutto il prima possibile e iniziare a togliere un po’ di ruggine perché mi sono scordato come si gioca (ride)! In cinque anni è la prima volta che stacco e lo avrei fatto anche se non fosse accaduto niente in Slovenia, era uno stop già preventivato”.
Stevanato non è certo l’unico a doversi riorganizzare, ma pare che le idee siano confuse per tutti.
“C’è un po’ di baraonda generale, ho parlato con altri ragazzi che stavano qui a Nova Gorica. E’ comunque difficile prendere decisioni importanti in poco tempo e parlarne seriamente visto il periodo di ferie. Con Angela (Del Re, n.d.r.) abbiamo una bella possibilità, stiamo vedendo se sia fattibile. Lei deve valutare se concludere l’università o attendere. Però ripeto, per come sono fatto ho bisogno di trascorrere almeno due giorni alla settimana a casa, anche se dovessi fare quattro ore di strada invece che una e mezza”.