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il 1 Set 2016

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Ancora lamentele dopo l’EPT di Barcellona: “Si moriva di caldo e i dealer erano pessimi”

Ancora lamentele dopo l’EPT di Barcellona: “Si moriva di caldo e i dealer erano pessimi”

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Qualche giorno fa è finita in archivio la tappa EPT dei record a Barcellona.

Abbiamo celebrato Sebastian Malec, il giovane trionfatore del Main Event, ricordando gli straordinari numeri fatti registrare in questa edizione 2016 da tutti gli eventi.

In un evento così affollato però è normale che si verifichi anche qualche disguido… Non sono mancati nemmeno stavolta alcuni problemi e contrattempi, già riscontrati in passato nella location spagnola.

A fare rumore è stato per esempio un thread aperto sul noto forum TwoPlusTwo dal giocatore canadese ‘selrahc’ che ha voluto raccontare la sua prima esperienza EPT, decisamente negativa:

Sono appena tonato da un viaggio di dieci giorni a Barcellona dove ho giocato per più di 90 ore a cash game. Ho giocato stakes tra il 5/10 e il 10/20 a NLHE e PLO. Vengo dal Canada e non ero sicuro di cosa avrei trovato.

Il primo giorno ho capito di non essere mai stato in un casinò tanto caldo e umido. Tutti i tavoli al piano terra erano pieni e sembrava di stare in una sauna. Ho provato a ordinare qualcosa ma non ho trovato una cameriera prima di 2 ore. Il posto era uno zoo.

Sono andato da solo al bar a prendermi il drink. Mi hanno fatto pagare nonostante fossi un giocatore, ho provato a spiegare la situazione inutilmente. Solo negli ultimi due giorni la cosa è migliorata perché c’erano meno giocatori in sala.

Al 10/20 NLHE l’azione era molto lenta. Alcuni idioti entravano con 1.000€ e tankavano ad ogni mossa. 15 secondi per foldare preflop. Inoltre c’erano alcuni giocatori europei che facevano hit and run o che non giocavano proprio tra di loro al tavolo.

Spessissimo eravamo in 7/8 seduti al tavolo ma con 10 stack presenti. Nell’ultimo giorno 4 giocatori si sono alzati e il quinto è stato costretto a non giocare. Ho detto al dealer di controllare il gioco.

Non si vedono queste cose in un casinò del Nord America. Altre cose mi hanno tiltato. Ecco un elenco:

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  • I dealer non controllavano l’uso del linguaggio al tavolo. Si parlava francese, italiano, arabo…
  • Dopo aver ordinato 5 bottiglie di Heineken gratuitamente, mi hanno fatto pagare la sesta. Mi hanno spiegato che a volte fanno pagare e altre no. Mi è successo poi altre volte.
  • I dealer erano pessimi. Nel PLO tante volte non riuscivano a contare il pot o non prendevano il giusto ammontare di chips dopo un call. Una cosa del genere io l’ho vista l’ultima volta 10 anni fa.
  • I camerieri erano davvero sgarbati. Molte volte mi ignoravano guardando dall’altra parte. Capisco che fossero impegnati ma…
  • Non mi è piaciuta l’idea di un buy-in senza cap. Alcuni reg europei entravano con 400 o 500 bui. L’azione secondo me diventava più complicata.

In conclusione, dubito che tornerò all’EPT per giocare ancora a cash. Forse ho giocato ai livelli sbagliati. Forse ci sono più ‘balene’ al 20/40+“.

Ad aggiungere ombre all’EPT di Barcellona ci hanno pensato, sempre su 2+2, altre lamentele su un vecchio problema già denunciato anni fa da Jens Kyllonen.

Qualcuno (col nick ‘the sauce man’) ha commentato nel vecchio thread aperto da Kyllonen aggiungendo accuse proprio contro l’hotel Arts dove lo scandinavo aveva avuto gravi problemi di sicurezza:

Sono stato all’Arts e per i primi giorni tutto è andato bene. Una notte ho messo 500$ in una tasca interna della mia borsa riponendo sopra dei vestiti.

Sono uscito per la colazione chiedendo la pulizia della stanza. Quando sono tornato ho notato la borsa aperta. I soldi erano spariti.

Sono andato a lamentarmi e un manager mi ha risposto che forse i soldi li avevo persi a poker o che la mia ragazza li aveva fregati. Mi hanno dato del bugiardo“.

Qualcuno nel thread suggerisce per la prossima trasferta la soluzione Airbnb che almeno è più economica. Battute a parte, abbiamo capito insomma che non è tutto oro ciò che luccica.

Del resto è inevitabile. Non tutto può filare liscio come l’olio quando si organizza un evento con migliaia di partecipanti.

Lo sanno bene anche le WSOP, che nonostante gli sforzi massimi non riescono ad evitare piccoli casi in ogni affollata edizione.

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