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Strategia

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il 16 Set 2016

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La sottile arte della donkbet spiegata da PokerSnowie

La sottile arte della donkbet spiegata da PokerSnowie

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Donkbettare o non donkbettare? Questo è il problema!

Prendere l’iniziativa dopo aver giocato passivamente preflop non è una mossa “classica” del poker (se si chiama donkbet è proprio perché ai vecchi tempi era una move mal considerata), e per molti giocatori è causa di dubbi e difficoltà.

A volte infatti ci si trova in spot particolari che ci pongono davanti ad una scelta, donkbettare o check-callare, che non sempre è facile da prendere.

Per aiutarci a risolvere questi dubbi scende in campo PokerSnowie, casa produttrice dell’omonimo poker bot, che attraverso un’analisi matematica dei range spiega come capire la frequenza ottimale di donkbet a seconda delle situazioni, parlando ovviamente in termini di Game Theory Optimal.

Ovviamente il calcolo viene effettuato attraverso un software apposito, e difficilmente può essere fatto a mente in game, ma è importante conoscere i fattori da valutare nella scelta per avvicinarsi il più possibile a un gioco ben bilanciato.

Questo lo scenario proposto da Snowie: cash game 6-max NL$200, BTN apre a $7 e Hero difende da SB con AJ. Il flop si presenta AT5, Hero?

PokerSnowie in linea di massima tende a donkbettare poco, con un range polarizzato composto da una parte di air compensata da mani di valore.

Le nostre mani di valore dovranno essere tendenzialmente abbastanza forti da permetterci di valuebettare tutte le strade possibili, ma bisogna considerare anche il range di BTN: se una gran parte del suo range tenderà a c-bettare o 3-barellare, allora la scelta migliore si sposterà verso il check call.

Nel caso sopra proposto il software indica che dovremo donkbettare con una frequenza del 16%, equivalente ad una volta su sei.

snowie

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Il perché è presto detto: Snowie ritiene che il BTN debba rilanciare con un range wide (42%), mentre il range di difesa dallo SB è molto molto più stretto, secondo il software addirittura 14% di cui poche mani si limitano al call.

Il range di Hero è cappato, in quanto molte mani di valore avrebbero 3-bettato preflop, ma A-J è sicuramente in ottimo vantaggio contro il range ampio di BTN, quindi se si opta per il check il plan è quello di bluffcatchare, ma la mano è abbastanza forte da prendere l’iniziativa e puntare.

GTO a parte, vediamo invece che fattori considerare per decidere tra donkbet e check-call applicando una strategia exploitative, ovvero basata sulle tendenze dell’avversario più che sui range e le frequenze ottimali:

DONKBET SE: 

  • Oppo è molto passivo, prudente e tenderà a non c-bettare quel flop
  • Oppo ha una buona lettura delle mani ed è sospettoso

BLUFFCATCH SE:

  • Oppo c-betta allegro e punta spesso anche turn e/o river
  • Oppo “rispetta” le donkbet e tende a giocare ABC contro di esse

Inoltre la donkbet per valore potrebbe essere sensata contro un giocatore aggressivo che tende a rilanciare o a floatare spesso. Aumenterà molto la varianza, ma potremo giocare piatti più grandi con un punto che solitamente domina il range dell’avversario.

Notiamo che in una strategia GTO una piccola modifica nei range cambia di molto la situazione: se Hero fosse BB il suo range di difesa sarebbe molto più largo, e conseguentemente il BTN dovrebbe andare in c-bet con un range di mani più ampio.

Data la frequenza di c-bet maggiore da parte di BTN, Hero dovrebbe poter bluffcatchare con più mani possibile, in sostanza difende il suo bluffcatching range e non rende la vita facile a opponent, che troverà maggior difficoltà ad aggredire postflop. L’A-J in questione è una delle migliori mani per check-callare in questo spot.

Voi cosa ne pensate? Avete altri fattori che considerate quando dovete decidere se donkbettare o meno? Diteceli su Facebook!

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