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L’evoluzione del Texas Hold’em nel corso degli anni secondo Alec Torelli!
Il Texas Hold’em è in continua evoluzione e con esso l’industria del poker in generale.
Quante volte negli ultimi anni vi sarete imbattuti in esternazioni di questo tipo, senza però avere ben chiaro in testa i come e i perché di questi cambiamenti. L’argomento infatti si presta sia alle più classiche chiacchiere da bar che ad un’analisi approfondita fatta con cognizione di causa, come quella che proveremo a fare quest’oggi grazie al prezioso contributo di un esperto in materia, il noto professionista italo/americano Alec Torelli.
Sebbene ancora sotto la soglia dei trent’anni, Alec è tra i player più in vista nella scena del cash game high stakes e dedica tante energie all’analisi e alla comprensione delle dinamiche che ruotano attorno al poker giocato. Per questo motivo abbiamo scelto di rivolgergli alcune domande al fine di capire in che direzione si è mosso il Texas Hold’em da quell’ormai lontano 2003, una sorta di ‘anno domini’ per quel che concerne il poker moderno.
IPC: Alec, si sente spesso parlare di un gioco in continua evoluzione ma risulta piuttosto difficile riassumere in che modo il poker si stia evolvendo. Quali aspetti a tuo parere sono cambiati maggiormente negli ultimi anni?
Alec Torelli: Cominciamo dalle size dei raise: queste hanno delle radici matematiche e i giocatori più esperti hanno capito ben presto che era meglio optare per degli importi più piccoli, rischiando quindi di meno per vincere sostanzialmente lo stesso importo, sia esso espresso in termini di chip per quanto concerne i tornei che in dollari, relativamente al cash-game. La diffusione di questi accorgimenti tra la maggior parte dei giocatori avviene quando questi ne capiscono la convenienza e riescono a metterli nel proprio arsenale. Un aspetto fondamentale che ha preso forma negli anni è il concetto di equity. Ma non solo questo, perché oltre alla realizzazione dell’equity in senso stretto sono cambiate le modalità di bluff dei giocatori. Invece di rilanciare al buio come accadeva in passato, tanti preferiscono limitarsi al call, specialmente in posizione, nonostante la loro mano al flop possa essere in svantaggio rispetto a quella dell’avversario. Chiamare in ‘floating’ o ‘flattare’ sono diventate mosse all’ordine del giorno anche tra i meno esperti, i quali hanno capito che di fronte ad un segnale di debolezza possono far leva su delle ‘scary card’ per provare a portarsi a casa il piatto puntando in bluff nelle street successive. Per quanto concerne il ‘limp’, molti player non disdegnano questa mossa specialmente nei tornei, quando le odds preflop diventano favorevoli grazie ai blind e agli ante. Nel cash game accade più raramente, ma una strategia bilanciata di limp può rivelarsi profittevole sia nel cash game che negli MTT. Infine passiamo ai range utilizzati dagli amatori: col passare del tempo si sono ristretti grazie alla maggior diffusione dei fondamentali. Non solo, ma in generale i giocatori tendono a ragionare di più includendo il concetto di ‘range’ invece di attribuire una singola mano all’avversario, come in passato. Ragionare in termini di ‘range’ al fine di effettuare la scelta migliore è un qualcosa che è stato compreso soltanto negli ultimi 5 anni e ha sicuramente cambiato i processi decisionali dei giocatori.
IPC: E’ ancora possibile oggigiorno intraprendere una carriera nel mondo del poker per un novizio?
Alec Torelli: Assolutamente si. Certo, è più difficile che in passato ma questa non può e non deve essere una scusa per rinunciarvi a priori. Sono sicuro che nel giro di una decina d’anni ci saranno tanti nuovi giocatori che si avvicineranno al mondo del poker e compariranno nuovi fenomeni capaci di rubare la scena come ha fatto Tom Dwan nel recente passato.
IPC: A proposito, come immagini il poker da qui a dieci anni?
Alec Torelli: Domanda curiosa, perché proprio di recente ho realizzato un video e curato un blog a riguardo. In breve, penso che l’evoluzione tecnologica continuerà a favorire la diffusione di informazioni tra gli appassionati, rendendo il gioco ancora più avvincente e competitivo. Penso che ci sarà ancora spazio per guadagnarsi da vivere in modo decente, sebbene il tetto massimo di guadagno per un professionista sia rimasto e probabilmente rimarrà piuttosto basso rispetto ad altre attività imprenditoriali.
Scriveteci le vostre impressioni sull’analisi di Alec Torelli commentando sulla nostra Fanpage!