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il 10 Ott 2016

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WPT National Sanremo – Thinking Process doppio Elefante-Giordano!

WPT National Sanremo – Thinking Process doppio Elefante-Giordano!

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Pur avendo dimostrato di cavarsela alla grandissima negli MTT Live, Francesco Elefante e Alessandro Giordano hanno appena dato una lampante dimostrazione di come siano, a tutti gli effetti, due ‘prodotti’ dell’online.

Pochi minuti fa, abbiamo infatti assistito ad uno spot più unico che raro a 3 tavoli left (19 left) di un Live come il WPT National.

Abbiamo prontamente ‘graficato’ lo spot, andando subito dopo a pizzicare i due protagonisti, chiedendo loro di rivelarci il thinking process che li ha indotti a tenere questa linea.

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Partiamo da Alessandro:

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“Preflop decido di tribettare perché so che Francesco è un player molto solido, quindi, a meno che non abbia top range, penso di riuscire a farlo passare molto spesso. Quando chiama ovviamente non sono felicissimo, ma so comunque di poter contare sulla posizione. Il flop è tra i migliori che possano scendere, visto che in un tribettato lo c-betterei praticamente il 100% delle volte. Quando check/calla è ancora presto per restringere il suo range. Potrebbe avere qualche pocket pair o A high. Il turn è un’altra carta molto buona per me: quel 7 mi apre un doppio gutshot e mi permette di checkare back, move che farei, per pot control, anche qualora avessi overpair. Il river è un’altra carta piuttosto favorevole, visto che ho diversi K nel range e posso dunque provare a turnare il mio minimo valore in bluff. Opto per una size contenuto perché ovviamente farei lo stesso genere di puntata con mani come Q-Q, J-J. L’obiettivo è ovviamente fargli foldare pocket pair come 8-8 e T-T (più raramente 6-7s, 7-8s). Quando ricevo il call sono certo di aver perso il piatto e invece…”

La replica di Elefante:

“Ci sono diverse chiavi di lettura in questo spot. La prima, che mi porta a pensare la sua sia una tribet finta, è lo stack di small blind, che gioca con circa 15x. Qualora Alessandro avesse avuto una mano di valore. Da T-T+ a K-Q+, credo sarebbe stato molto più spesso portato al flat. Opto dunque per il call oop conscio di avere la mano migliore una buona percentuale di volte. Per i ragionamenti fatti pre, al flop posso ipotizzare abbia anche hittato qualcosa, ma ho due over e backdoor flush e sto già plannando di check/shovare su una cuori che non pairi il board turn. Dopo il check check turn, checko nuovamente anche river convinto di avere ancora la best hand. E quando lui decide di puntare su una scary come il K, carta che oltre a chiudere flush draw e ipoteticamente molto più presente nel suo range, non riesco a capire da cosa stia cercando di estrarre valore. Vero, con un board così articolato non ci sono tantissime combo che batto, ma credo che il mid value, a quel punto, lo checki dietro. Inoltre, altro elemento che mi ha fatto propendere per il call, è stato un tell: fino a quel momento aveva sempre puntato mettendo le chips nel piatto, in questo caso ha annunciato verbalmente la puntata. Ci ho riflettuto un po’ e ho anche pensato se check/raisare, ma ho ritenuto valido il call con A high. ‘Azzeccarci’ e poi muckare dinanzi la sua coppia di 3 è stato abbastanza frustrante…”

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