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Strategia

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il 18 Ott 2016

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Come affrontare i downswing secondo Doug Polk: lifestyle, approccio professionale e stop dal gioco

Come affrontare i downswing secondo Doug Polk: lifestyle, approccio professionale e stop dal gioco

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Pochi giorni fa vi abbiamo riportato la guida anti-downswing di Doug Polk.

Il professionista americano però si sa, ha la parlantina facile, e specialmente se l’argomento riguarda il poker WCGRider trova sempre qualcos’altro da dire.

I metodi di affrontare i periodi bui infatti non si limitano al level down o all’analisi del gioco. Ecco la parte due dei consigli di Doug Polk:

Quando guardi i tuoi bilanci e vedi che stai perdendo per 50 giorni di fila, la cosa ti comincia a prendere, e se ti colpisce devi mollare almeno un giorno o due. Il poker non va da nessuna parte, se senti questa pressione non devi giocare, perché è sintomo che il tuo focus si sposta dal giocare A-game al vincere. Ogni tanto nel poker ti trovi costretto a fare una mossa che porta la maggior parte delle volte a perdere, come una bet al river di un giocatore bravo, chiamate per odds ma la maggior parte delle volte da perdenti, e questo sommato al periodo di downswing crea un effetto mentale devastante. Prenditi una pausa, scala di qualche livello e torna a giocare solo quando ritroverai il tuo A-game. Non devi dimostrare nulla a nessuno.”

Ma non ce sono soltanto questioni tecniche da approfondire. Il poker a livello di professione esiste per garantire delle entrate, e data la natura varianzosa del gioco, è un grave errore abituarsi a questa condizione economica:

“Un altro fattore da considerare è il lifestyle. Non deve in alcun modo accadere che il tuo modo di vivere, le tue abitudini vengano toccate dal fatto che perdi soldi. Se vinci bene costantemente o per un po’ di tempo, il mio consiglio è di non modificare troppo il tuo lifestyle. Questo perché se ti abitui a uno stile di vita che può essere sostenibile solo con molte entrate, molte vincite, quando il vento cambia e non riesci a mantenerlo ti troverai in una situazione molto complicata. Meglio non vivere uno stile di vita oscillante, un giorno alla grande il giorno dopo alle corde -credetemi, molti poker player lo fanno-, non è gioco responsabile. Quando vinci tanto ricorda di essere ragionevole, compra una macchina meno costosa, risparmia su cibo, alberghi, voli, ma non impazzire, non spendere tutto quello che puoi pianificando vincere costanti. Non sai quando finiranno. Ho visto molti pro passare momenti duri e trovarsi davanti a situazioni difficili, come non riuscire a pagare le tasse o poter vivere nella stessa casa… Durante gli swing taglia le spese il più possibile, se devi scegliere tra due ristoranti vai in quello più economico, tra due hotel quello più economico… Il tuo obiettivo è tenere il bankroll più solido possibile.

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Può succedere qualsiasi cosa ma non buttatevi giù. Continuare a provare e a migliorare, e alla fine arriveranno le nostre gratificazioni:

“So che è facile cadere nello sconforto e pensare che il downswing non finirà mai. A me è successo due volte e non molto tempo fa! Mi sentivo semplicemente come se non potessi vincere, indipendentemente da quello che potevo fare. La soluzione è approcciare al gioco come un professionista e lavorare sodo ogni giorno. Alla fine ne uscirai. Ovviamente non sto dicendo ‘state tranquilli, l’upswing è proprio qui dietro l’angolo’, perché può sempre andare ancora peggio prima che cominci a migliorare. Il passato è andato, ma continuando a fare le cose nella maniera giusta possiamo sperare in meglio per il futuro.”

Finita qui? No, c’è ancora un aneddoto da raccontare:

“L’ultima cosa che voglio dire è: non pensate che il mondo sia contro di voi, che certe cose succedano solo a voi, che siate la persona più sfortunata di tutti i tempi. Ricordo benissimo quando giocavo NL50, fortemente sotto-rollato (4 o 5 buy in) al primo anno della mia carriera. Apro T-T in heads-up, vengo 3-bettato e chiamo. Flop T-5-2, il mio avversario punta e io guardo i soldi nel piatto -avevo 18 anni andavo ancora a scuola- e mi dico: ‘Non voglio che il mio avversario sculi qui, perché sono così tanti dei miei soldi!’ Quindi vado all in, se hai overpair mi chiami e hai poca equity, ma è meglio che lasci stare amico, ho top set. Lui chiama con A-A. Turn blank, ricordo ancora quella chip nera da $100 che rappresentava un quarto del mio roll in caso di vittoria e metà in caso di sconfitta. River Asso e i miei soldi vanno via da me. Non ci credevo. Ho raccontato questa storia a tutti dicendo di essere il più sfortunato del mondo, ma ho imparato una lezione: non mettermi nella posizione dove una sola mano può rappresentare un downswing a livello emotivo.”

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