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Luca ‘toro 240’ Tiramani: “Inutile aprire al dot com se non si riporta la gente a giocare a poker”
Intervistammo Luca Tiramani nel bel mezzo dell’estate, quando era impegnato in un viaggio nella nostra penisola, trip che potremmo definire ‘detiltante’.
‘toro 240’ è ormai tornato alla vita normale, fatta di grinding e impegno profuso in progetti diversi, extra-poker.
Lo abbiamo però visto poco su Facebook ultimamente, da tempo non posta mani e i suoi interventi sul social network di Zuckerberg parlano di altro, non di carte.
IPC: Da un po’, almeno giudicando dai social, sembri lontano dal poker: una strategia comunicativa precisa o davvero stai giocando meno?
Luca Tiramani: Niente strategia comunicativa. Col passare del tempo mi risulta sempre più da stupido mettermi a postare mani in cui vinco o perdo, oppure postare stati in cui racconto che ne è del mio lavoro quotidiano. È anche vero che sto giocando meno, dunque ho anche meno cose da raccontare e condividere. Come nella vita, anche sui social non voglio risultare pesante, dunque preferisco parlare di altro.
IPC: La situazione del cash game online nostrano è così buia come parrebbe? Come stai riuscendo a trovare stimoli e… action?
Luca Tiramani: Buia non esattamente, ma a oggi abbastanza compromessa. I margini per poter avere ancora un profitto decente ci sono, però oltre una certa soglia o sei veramente top in Italia oppure sbatti contro dei muri. Action cerco di trovarla in qualsiasi disciplina possibile riguardi l’hold-em cash game. Per quanto riguarda gli stimoli è veramente dura, perché purtroppo una volta raggiunti certi limiti non è possibile fare level up, migliorarsi e aumentare i propri guadagni.
IPC: Per gli italiani potrebbero aprirsi presto le porte del dot com oppure potremmo unirci ai ‘cugini’ francesi: che idea ti sei fatto sulle due possibili ipotesi? Quello che bolle in pentola lo reputi buono?
Luca Tiramani: A mio modo di vedere, l’apertura al dot com per chi gioca, come me, heads up cash game sarebbe paradossalmente controproducente. Credo anche per il player del 6-max. Ho già testato mentre ero a Londra, il field è davvero tosto e l’action minore rispetto a quella del punto it, se rapportata al numero di giocatori. L’apertura ristretta ai francesi potrebbe anche essere positiva ma, in entrambi casi, aprire le porte all’Europa o al mondo è indifferente se non si punta a riportare la gente a giocare a poker con promo accattivanti e mirate al rigenero del traffico…
IPC: Puoi farci un bilancio dell’anno in corso che ormai è alla volata finale? Soddisfatto o avresti potuto far di più? Obiettivi e plan per il 2017?
Luca Tiramani: Il bilancio dell’anno in corso è abbastanza positivo, considerando la non elevata mole di mani giocate. In questi ultimi tre mesi spingerò parecchio per poter arrivare ai 50.000 euro di profit che mi ero posto come obiettivo a inizio anno. Avrei sicuramente potuto fare di più, studiare di più, giocare di più e meglio. Però sto investendo in business extra poker e credo di esser comunque riuscito a bilanciare bene le varie cose a cui mi sono dedicato. Obiettivi per il 2017? Dedicare più tempo alla hand review e prendere un coach mtt per rimettermi al passo dei più bravi, perché sono un po’ arrugginito. Portare a termine i progetti in cui ho investito tempo quest’anno. Inoltre mi piace molto giocare live, però per motivi logistici e organizzativi non riesco a fare più di 4/5 eventi all’anno. Ecco, nel 2017 vorrei almeno giocarne una ventina, facendo anche tutti i side delle manifestazioni a cui prenderò parte.
IPC: C‘è un nome, per quanto concerne specialmente il cash game, che ti ha impressionato quest’anno? Uno magari che si è migliorato tanto rispetto al passato.
Luca Tiramani: Credo che quest’anno di sorprese non se ne siano viste tante. Molti regular non si vedono più, altri hanno smesso. Le persone che più mi impressionano sono quelle che, nonostante il cambio del vip system di PokerStars, confermano l’enorme mole di gioco espressa negli ultimi anni. Quattroganci, jacomonte e m4rp10ne sono i tre nickname che per primi mi vengono in mente. Heads up cash game, se devo fare un nome, ti direi quello del mio amico franz1991: è partito dai low stakes, con tanta costanza e impegno si sta facendo strada.
IPC: C‘è una move, magari nuova, che ha preso piede e che tu stesso hai messo in pratica? Insomma, a livello tecnico c’è qualche innovazione oppure calma piatta?
Luca Tiramani: Si, assolutamente! Ho studiato vari video su siti americani, cercando le size giuste e i momenti adatti per bilanciare l’overbet. È una move che ormai tutti i giocatori più forti adottano ed è importante saperla bilanciare bene, in bluff o for value. Ho studiato come applicarla sulle varie street, su determinate texture del board e contro specifici avversari. Ora credo di saperla usare abbastanza bene, anche se forse sono ancora un filo sbilanciato, ma non ti dico da che parte (ride). Inoltre sono andato a rivalutare il concetto di c-bet, andando a modificare le mie frequenze, in quanto il field medio ormai ha capito che la continuation bet è una mossa standard. Dunque ho dovuto rivedere concetti che mai avrei creduto di dover rivedere, in quanto dati come già assodati.