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Umberto Ferrauto è runner-up IPO: “Detesto l’online, il vero poker è solo live!”
Inutile girarci intorno. Quando sei lì, ad un passo dal trofeo e dalla vittoria, i soldi non contano più: ogni pokerista, di quelli veri, che sentono scorrere la competitività nelle vene, vuole semplicemente arrivare davanti a tutti.
Fare secondo su 3.310 è molto diverso dal fare primo su 3.310. Pare assurdo, ma a caldo prevalgono amarezza e sconforto.
Dormirci su e rendersi conto che tremilatrecentodieci sono davvero tanti aiuta a smaltire rapidamente quella piccola, parziale, grottesca delusione.
Umberto Ferrauto, 27 anni da Torino, già runner-up, per ben due volte, al Mini-IPT di PokerStars, ha concluso al secondo posto la ventiduesima edizione dell’Italia Poker Open:
“Dopo quei due secondi posti, ieri ci tenevo davvero tanto a vincere il torneo. Quando nell’ultima mano ho bluffcatchato Simone con A High e lui ha mostrato flush non è stata una bella sensazione. Quest’oggi, al risveglio, sono bastati pochi minuti per realizzare, razionalizzare e rendermi conto di aver centrato un grandissimo risultato. “
La corsa di Umberto verso i 155.000€ incassati grazie al deal è stata per certi versi davvero lineare:
“Non ho mai avuto uno stack enorme, ma sin dal day1 sono stato quasi sempre sopra average e man mano che passavano i giorni le sensazioni positive continuavano ad aumentare. Non ricordo di aver vinto colpi clamorosi, semplicemente hanno tenuto le mie. Praticamente sempre. Per arrivare in fondo a tornei del genere è necessario! La svolta al final table è arrivata dopo l’eliminazione di Castelluccio: la presenza di Sergio avrebbe complicato le cose. Da 7 left in poi credo di aver giocato un ottimo poker senza prendermi troppi rischi. A 5 left, tutti appaiati, abbiamo optato per un deal inevitabile. Gli scalini erano davvero troppo verticali ed era impensabile giocarsi certe cifre in un lancio di moneta o simili.”
Umberto gioca professionalmente da poco più di 2 anni e a differenza di tanti coetanei ha un background formativo che non comprende l’online.
“Fino a qualche anno fa giocavo a calcio [Lega Pro e Dilettanti, ndr.] e le mie prime esperienze con il Texas Hold’em sono legate ai ritiri prepartita con i compagni di squadra. Il gioco da pc non mi entusiasma, non ho praticamente mai giocato nulla di serio. Da due anni a questa parte ho iniziato a frequentare con assiduità le partite live. Abitando a Torino posso raggiungere agilmente Saint Vincent e Campione. Sono partito dall’1-2€ e ora gioco regolarmente il 2-5€. Le emozioni che si provano in un casinò non sono paragonabili a quelle che ti offre l’online. In un tavolo live riuscirei a stare seduto tranquillamente più di 10 ore! Ovviamente non disdegno affatto i tornei e mi sono sempre schierato ai principali eventi dei vari circuiti italiani. Lo scorso anno ho fatto anche la mia prima apparizione nel circuito EPT, giocando qualche side event a Malta, Praga e Barcellona. La mia formazione da cash gamer mi aiuta certamente nella gestione post flop in early stage. In middle/late l’average si abbassa e diventa sempre più complicato far l’avere la propria edge. Fortunatamente, in un torneo come l’IPO, deeprunnano tanti amatori che commettono errori piuttosto grossolani nelle fasi cruciali del torneo. Riuscire a sfruttarli a proprio vantaggio diventa dunque un fattore quantomai incisivo.”
Tanto poker, ma non solo. Ferrauto gestisce una gelateria in compagnia dell’amico Alessandro Minasi, una sorte di mentore in ambito pokeristico:
“Ale è una persona incredibile, una mosca bianca nel mondo del poker. Difficile trovare persone genuine come lui! In primis è un amico vero, pokeristicamente parlando non può che essere un esempio. Grazie ai suoi consigli sono sicuramente riuscito a migliorare, correggendo qualche leak che avevo in MTT. Ora valuteremo se partire nuovamente per Praga, una mezza idea c’era già.”
Tra i programmi futuri di Umberto sembra però essere certo un viaggio oltreoceano…
“Non penso che alzerò il mio ABI MTT. Non credo sia molto sensato. Piuttosto mi concederò una breve vacanza e farò qualche regalo alle persone a cui voglio bene. Uno sfizio pokeristico, però, penso di dovermelo togliere: con ogni probabilità a gennaio partirò per Las Vegas per giocare cash game. In tanti mi hanno suggerito di andare a Sin City fuori stagione, visto che il field dovrebbe essere tutt’altro che duro. Non ci sono ancora mai stato ed è già da un po’ che avevo questa idea: credo proprio che ora diventerà realtà.”