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“Fare il poker pro sarà più difficile” Nicola Cappellesso mette in guardia i regular sulla liquidità condivisa
La liquidità condivisa tra l’Italia e altre nazioni europee è un traguardo che sembra sempre più realizzabile.
Ieri vi abbiamo dato la notizia di un importante incontro tra i regolatori di Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito e il nostro Paese, ovviamente.
Molti grinder di casa nostra non vedono l’ora di potersi misurare con i colleghi stranieri. Altri però invitano alla calma e sono più pessimisti…
C’è infatti chi prova a frenare gli entusiasmi, perché considera il field azzurro non ancora pronto tecnicamente per affrontare certe sfide.
Alcuni di questi cauti giocatori parlano con cognizione di causa, perché il ‘field allargato’ lo hanno affrontato, o lo stanno affrontando, sul ‘punto com’.
È il caso per esempio di Nicola Cappellesso, che nella sua recente esperienza slovena ha provato a ‘svoltare’ ma con scarso successo.
Nicola ci aveva già raccontato gli esiti di questa avventura nei mesi scorsi. Gli abbiamo chiesto allora come vede il possibile arrivo di una nuova liquidità il prossimo anno qui da noi.
Per il veneto si vedrebbero meno italiani giocare per lavoro:
“Mi dispiace dirlo ma con una liquidità condivisa fare il professional poker player diventerebbe più difficile; la figura del PPP sarebbe meno diffusa. Una percentuale dei grinder italiani attualmente vincenti riuscirebbe a destreggiarsi in un nuovo palinsesto allargato. Io dalla Slovenia ci ho provato ma ho perso circa 22mila euro in un anno. Ci sono parecchi problemi da affrontare, a iniziare dalla maggiore varianza degli mtt dai field oceanici. Nei tornei a basso buy-in ho trovato molta gente più scarsa della media italiana, ma con migliaia di iscritti è complicato riuscire ad imporsi“.
Quando chiediamo a Nicola quali accorgimenti bisogna prendere per non soccombere in questi tornei, lui giustamente ci risponde in maniera scherzosa:
“Se lo avessi saputo magari avrei vinto ogni tanto“.
I software per esempio possono essere più o meno utili? Dipende:
“Utili perché hai informazioni sugli avversari ma al tempo stesso, incrociandoli meno, avrai un campione meno significativo su cui basarti“.
Insomma, per i torneisti giocare tornei più ricchi e più grandi non sarà sempre una pacchia:
“Gli MTT saranno duri da affrontare. Saranno molto più contenti i giocatori di cash game che hanno bisogno di traffico. In ogni caso penso che una liquidità condivisa sia necessaria per il movimento, anche se probabilmente i più felici di tutti saranno i giocatori occasionali che sognano di ‘shottare’ e non fanno del poker un lavoro“.