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Che anno per David Peters: sette milioni di dollari vinti e il sogno della Picca sfumato sul più bello…
Sarebbe stata la cosiddetta ciliegina sulla torta, ma va bene così.
I 420 mila euro incassati ieri a Praga sono sicuramente una buona consolazione per David Peters, capace di superare quota 7 milioni di dollari in vincite lorde conquistate in un solo anno: 7.271.415$ per la precisione.
Risultati che gli hanno fruttato la prima posizione provvisoria nel ranking Player Of the Year, avendo appena superato un inarrivabile (almeno in termini di profit visti i 16 milioni vinti) Fedor Holz. Che questo potesse essere l’anno della consacrazione per il professionista americano lo si era intuito da subito: il 3 gennaio infatti arriva il runner-up nel Triton Super High Roller da 200.000$ nelle Filippine, per un premio da 2.309.000$.
Un inizio col botto seguito da diversi piazzamenti importanti nei mesi successivi, fino alla conquista del primo braccialetto alle WSOP nell’evento No Limit Hold’em da 1.500$. Nel mentre sono arrivati i successi in tre High Roller da 25 e 50 mila dollari ai quali si aggiungono tante ricche bandierine nei tornei più costosi del pianeta.
La cosa che stupisce, oltre alla sua costanza, è che ben 23 dei 28 piazzamenti ITM raggiunti da Peters siano stati tavoli finali, con 4 vittorie 6 runner-up e 5 terzi posti compreso quello ottenuto ieri al Main EPT. Secondo quanto raccontato ai colleghi di Pokerlisting.com, le ragioni del suo exploit sono il frutto di un intenso lavoro fatto su se stesso e sul proprio gioco: “Ho studiato a fondo il gioco negli ultimi due anni come mai avevo fatto in passato e ora i risultati cominciano a venir fuori” esordisce Peters.
“Vincere un EPT è sempre stato uno dei miei obiettivi e poterlo raggiungere proprio all’ultima occasione disponibile è una possibilità da non lasciarsi sfuggire” aveva dichiarato prima di sedersi al final table. E’ arrivato un terzo posto, che gli ha comunque consentito di scavalcare Holz nel POY e lo ha fatto sognare per qualche giorno. Si perché oltre alla soddisfazione economica, la quale non manca affatto, il prestigio di aggiudicarsi l’ultima tappa dell’evento più importante d’Europa non è roba da tutti i giorni.
Cosa si aspetta per la nuova veste degli eventi live targati PokerStars, ovvero il Championship, è molto semplice: “L‘EPT è sempre stato un ottimo festival per via delle strutture dei tornei, per la varietà offerta e per il numero di iscritti. Se le cose non cambieranno da questo punto di vista non vedo di che preoccuparsi.”
Analizzando il suo stile di comportamento al tavolo in contrapposizione a quello utilizzato da ‘speech players’ come Will Kassouf o Martin Kabrhel che recentemente stanno avendo un discreto successo, emerge una netta differenza: “Ho sempre preferito stare in silenzio nel corso di una mano. Non è nel il mio stile ma ciò non signfica che non parli affatto con gli altri giocatori, semplicemente non lo faccio quando sono in gioco. Piuttosto cerco di concentrarmi al massimo per carpire ogni singola informazione che possono inavvertitamente rivelarmi.”
Tuttavia lo stile dei suddetti risulta particolarmente irritante per diversi giocatori, come dimostrato alle ultime WSOP nei video ufficiali diffusi dalla ESPN, anche se Peters non sembra curarsene più di tanto: “Se una atteggiamento simile riesce a farmi perdere la bussola nel corso di una mano? No, per niente. Però devo ammettere che alla lunga può risultare fastidioso trovarsi al tavolo con giocatori simili sebbene il mio gioco non venga intaccato minimamente.”
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