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Vito Barone e un quasi addio al poker: “Torno a fare il fisioterapista, ho voglia di cambiare vita”
A inizio anno ci aveva raccontato la sua nuova avventura con gli Spin & Go, con i quali, tra l’altro, stava trovandosi tutt’altro che male.
Dopo tanto tempo di sponsorizzazione con PokerStars, dunque, Vito Barone aveva trovato un nuovo territorio in cui far pesare la sua esperienza, maturata soprattutto col cash game.
Le cose però nella vita vorticosa di oggi possono cambiare alla velocità della luce, infatti il bolognese ha annunciato su Facebook che tornerà a fare principalmente il fisioterapista, la sua professione originaria.
“E’ un qualcosa che ‘mi chiama’ da tanto tempo – ci ha raccontato ‘w1llys’ – ma che solo ultimamente ho colto. Quando verso fine gennaio mi sono ritrovato ad aiutare una persona con difficoltà fisiche, beh, da quel momento ho aperto gli occhi e ho visto un altro mondo…”.
Le ultime stagioni di Barone al pc non sono state semplicissime, perché ha sempre faticato a causa di burnout latente.
“Ho sentito il bisogno di cambiare vita, di rendermi utile, oltre al fatto di sentirmi imprigionato ogni volta che mi metto al pc. E’ come se in passato, quando ho lasciato il lavoro di fisioterapista, avessi mollato le cose a metà, adesso è arrivata l’ora di concludere questa mia ‘missione'”.
Non chiuderà definitivamente PokerStars, almeno per il momento. Poi chissà.
“Sarò costretto a continuare a grindare esclusivamente per motivi economici, almeno finché la nuova attività non prenderà piede. Dopo giocherò solo quando, e se, ne avrò voglia. Convinto del passo da percorrere, da un giorno all’altro ho aperto la partita IVA, ho comprato beni inerenti all’attività di fisioterapista, oltre ad aver ripreso a studiare e aggiornarmi”.
Chi gli sta vicino è contento della scelta fatta da Vito.
“I miei genitori sono sempre stati contrari all’attività di poker player, anche negli anni d’oro quando guadagnavo cifre importanti, quindi non possono che esserne felici. E anche mia moglie ha capito che avevo bisogno di altro…”.