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Aris Theodoridis e la sua safe-line al Phase 1B: supera i due milioni di chip e va in sit-out all’ultimo livello!
C’è chi, nelle ultime battute del Phase1 del PartyPoker Millions, preferisce rischiare e chi, come il chipleader del Phase1B Aris Theodoridis sceglie addirittura di alzarsi dal tavolo allo scoccare dell’ultimo livello di giornata.
Già, perché dopo il ‘rodaggio’ della prima giornata i player hanno cominciato a capire l’importanza di preservare lo stack e quando il dio del poker ci spinge verso la vetta è meglio non abusare della sua magnanimità:
“Perché mi sono alzato? Non volevo sbrodolare alle ultime mani! Non me l’aspettavo affatto di arrivare a superare quota due milioni, meglio non rischiare, anche perché i bui che perdo adesso, domani saranno 5 volte tanto. Poi se apro sugli short ora mi tocca chiamare… Insomma, preferisco usare le chip in altro modo.”
Ma qual è stato il segreto di Aris per chiudere con uno stack così imponente?
“Ho giocato aggressivo come mio solito, poi Saint Vincent mi porta fortuna, anche se può sembrare una cosa stupida detta da un giocatore posso confermare che ogni torneo giocato qua si è trasformato in una bella deep-run. Tutto è cominciato con un double-up al primo livello di gioco: su 7-6-6-2 io ho Q 6 e completo in un 6-way pot su apertura di UTG e flat generale. Un signore si è giocato la vita con 7-5 dopo aver sbuffato dichiarando ‘Dai su, non hai niente, I’m all-in!’ Sono salito subito a 220.000 e da lì in poi ho dovuto semplicemente gestire.”
Affrontare un torneo con una struttura così verticale, almeno nel Phase1, avendo a disposizione centinaia e centinaia di blind rende il tutto più facile:
“Giocare con così tante chip significa poter prendere tanto valore. Gli occasionali tendono a non foldare mai e in alcuni casi si può addirittura overbettare con buone possibilità di trovare un call. Il field, per essere un torneo da poco meno di 700€ è veramente morbido, ho fatto tornei dal buy-in inferiore ma con field decisamente piu tosti.”
Dal Day1 in poi però le cose cominciano a complicarsi: come gestire un vantaggio così importante?
“Cambierò modo di giocare, si passa dallo zoo al parco acquatico… – scherza Aris – Si gioca eh, non voglio dire che starò con le mani in mano, ma sicuramente farò tutto con molta calma: alla fine son gli altri che devono risalire la china!”
E poi chissà che questa bella deep-run non si trasformi in qualcosa di più grande:
“Alla fine è un sogno, il torneo della vita per certi versi. Il prizepool è davvero allettante e un milione al primo sposta veramente tanto, tuttavia non sono un amante di questi stack mastodontici…Però dai, finché son io a chiudere con un miliardo va bene!”
Proprio ieri, nel corso di un’intervista, Gabriele Lepore ha dichiarato che uno dei vantaggi del Millions è quello di avere la possibilità di giocarsi un torneo delle dimensioni di un EPT trovandosi di fronte il field di un low buy-in:
“Verissimo, non posso che esser d’accordo. Inoltre c’è anche la possibilità per i pro super-rollati di iscriversi pagando 6.300€: un’ottima via di mezzo direi!”
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