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Greenstein-Esfandiari e il ‘flip’ crocevia delle rispettive carriere…
No, non è stato un Asso al river a segnare la sua uscita di scena.
Barry Greenstein maledice ancora oggi quella Q al turn che nel dicembre del 2010 lo costrinse a dire addio ad un pot da circa 600.000$ contro Antonio Esfandiari.
Dopo aver preso diverse ‘sberle’ dallo spiritato Tom Dwan nelle stagioni IV e V dell’High Stakes Poker, l’autore dei uno dei testi più letti e conosciuti dalla community del poker si è sostanzialmente ritirato dalle scene dopo questo spot:
Un flip. Anzi, di più. Set contro combo draw = 58 – 42%. Ma nonostante l’entità del pot, Barry, da sempre fedele ai suoi principi, decise anche quella volta di rinunciare al Run It More Times (girare Turn e River più volte, in accordo con l’avversario).
Un colpo assolutamente legittimo, ma a dir poco mortifero per il mindset di Greenstein, che al termine delle sessione decise di dire stop alle partite cash di questa portata.
E se da un lato si chiude una carriera, dall’altro, puntualmente, se ne apra un’altra. Perché Antonio Esfandiari era sì tra i player più talentuosi del circuito, ma non aveva ancora piena confidenza (e bankroll?) per giocare costantemente a certi livelli.
Grazie a questo e tanti altri pot, “The Magician” chiuse come top winner l’ultima stagione del memorabile format high stakes, prendendo sempre più consapevolezza e fiducia nei suoi mezzi. Nemmeno a dirlo, un anno e mezzo dopo fu proprio lui ad assicurarsi il roboante “One Drop” da 1.000.000$ di buy-in e 18.346.673$ di prima moneta…
La clip della mano ‘crocevia’ di due carriere è un cimelio:
httpv://www.youtube.com/watch?v=OUgaK3W6b4M